venerdì 4 febbraio 2011

Simone Moro e compagni scampano ad una valanga

Rientro a valle difficile per l'alpinista bergamasco Simone Moro dopo la prima scalata in assoluto in invernale alla vetta del Gaseherbrum II, 8.035 metri, nel Karakorum pakistano. Insieme ai compagni di cordata Denis Urubko e Cory Richards, questa mattina e' partito dal campo 1 per rientrare al campo base ma durante la marcia il gruppo di scalatori e' stato travolto da una valanga. Moro e compagni se la sono cavata con un grande spavento e qualche lieve contusione. Ora sono in salvo al campo base. ''La valanga ci ha travolto tutti e tre - racconta Moro sul suo blog - mentre camminavamo legati. Ci ha trascinati per 150 metri tra blocchi di ghiaccio grandi come automobili. Abbiamo avuto una fortuna mostruosa: poteva ucciderci, invece non ci siamo fatti nulla''. La discesa e' stata complicata anche dal maltempo, con la visibilita' ridotta a pochi metri. ''Siamo arrivati al campo base - prosegue Moro - davvero senza energie. Ci siamo salvati grazie alla forza fisica, all'esperienza e anche alla fortuna''.

Ban Ki-moon soddisfatto per l'elezione di Khanal

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon si e' rallegrato per l'elezione ieri di Jhalanath Khanal quale premier del Nepal, perche' cio' ''mette fine ad una prolungata impasse nella formazione del nuovo governo''.
In un comunicato diffuso dall'ufficio delle Nazioni Unite in India si afferma inoltre che l'Onu e' pronto ad appoggiare tutti gli sforzi per completare il processo di pace e giungere all'adozione di una nuova costituzione entro la data fissata del 28 maggio 2011. Il segretario generale, si dice ancora, ringrazia per il raggiungimento di questo significativo obiettivo il Palamento nepalese, i partiti politici ed i loro leader, che hanno contribuito agli sforzi realizzati nella formazione di un nuovo governo. Cio' inoltre, si sottolinea infine, ''permettera' di
raggiungere gli obiettivi fissati nell'Accordo complessivo di pace: l'integrazione e riabilitazione dei combattenti maoisti, la democratizzazione dell'esercito e l'adozione di una nuova costituzione''.

giovedì 3 febbraio 2011

Il Nepal ha un nuovo Primo Ministro

Mettendo fine a sette mesi di impasse, il  Parlamento del Nepal ha eletto oggi primo ministro Jhalnath Khanal, leader del Partito comunista del Nepal (Uml). Lo riferiscono i media a Kathmandu. Nella votazione odierna, la 17/a da quando è cominciata la crisi di governo lo scorso anno, Khanal ha ottenuto 368 voti sui 601 di cui dispone l'Assemblea. Il Partito comunista del Nepal -Ulm è la terza formazione politica per importanza del Parlamento, ma il nuovo premier ha potuto contare sui voti del Partito comunista del Nepal (maoista) di Pushpa Kamal Dahal, conosciuto come Prachanda, che ha il maggior numero di deputati.
Poche ore prima a sorpresa Dahal, che pure aveva presentato la sua candidatura a premier, aveva annunciato il suo ritiro insieme ad una indicazione di voto a favore di Khanal.

mercoledì 2 febbraio 2011

Simone Moro conquista la vetta del Gasherbrum II. Prima scalata invernale in Pakistan

Partito la notte scorsa da campo 3, a circa 7.000 metri di quota, l'alpinista bergamasco Simone Moro
ha raggiunto all'alba di oggi la vetta del Gasherbrum II (8.035 metri) compiendo cosi' la prima scalata assoluta nella stagione invernale di un Ottomila nel KArakorum in Pakistan. Con lui c'erano anche il
kazako Denis Urubko e lo statunitense Cory Richards. Dalla cima Moro ha chiamato con il telefono satellitare la moglie in Italia. ''Non c'e' tempo da perdere - ha riferito -perche' e' previsto forte vento. Dobbiamo scendere il piu' possibile e il piu' velocemente possibile''. La spedizione e' partita il 27 dicembre dall'Italia e ha dovuto affrontare temperature gelide, fino a -50 gradi, e forti venti per poter attrezzare la via fino alla vetta. Per Moro si tratta della terza ''prima assoluta'' in invernale: nel 2005 ha scalato lo Shisha Pangma e nel 2009 il Makalu.

www.simonemoro.com

Sick City, il film di Kathmandu

L’inglese Kerr Murray ha fatto tutto lui, regia e produzione e ha fatto un bel film, nuovo, coinvolgente e appassionato. Uno straniero che è entrato nella vita dura della nuova Kathmandu, una 'Città Malata' (Birami Sahar) come è il titolo, centrato, del film. Facce dure, serie, stanche come quelle dei contadini del Nepal quelle dei risciò men che in una scena bellissima si cofrontono con il nuovo nepalese, vestito come un povero occidentale, perso nei facili guadagni. Il film fa entrare in una Kathmandu diversa in cui le immagini fredde di Thamel, Asan Tole, Basantapur, sostituiscono quelle abituali di affascinanti luoghi di turismo e storia. Si racconta la realtà che è di vite difficili, dure. I giornali nepalesi ne parlano un gran bene: "In Bollywood, it was Danny Boyle’s “Slumdog Millionaire” that brought out the gritty images of Mumbai’s slums to the audience; in Nepal, we now have Murray Kerr’s “Sick City.” The film is even more grounded. No star is mocked in the film, and it has no fairytale ending". Non hanno torto, è uno dei primi film, realistici, sul nuovo Nepal. La musica, un mix fra Nepal e occidente, di un amico Shyam Nepali, della casta bassa de suonatori che, grazie a lavoro e capacità, è diventato una star. Una bella storia.La malattia della città (e del resto del paese) non è curata. Si discute da mesi per il nuovo governo ed è previsto per il 3 fabbraio una nuova sessione dell’Assemblea Costituente, i partiti si frantumano al loro intreno rendendo più difficili le soluzioni. Qualche spiraglio ogni tanto s’apre (è di queste ore l’accettazione dell’UML di un governo a giuda maoista) verso l’unica sponda possibile e saggia: un governo d’unità nazionale a guida maoista, per finire la nuova Costituzione ed indire elezioni.

trailer: http://www.youtube.com/watch?v=dUqhLBqW8ls&feature=related

Intrigo himalayano : articolo di Piero Verni

Giorni difficili per il giovane Urgyen Trinley Dorje, 17° Karmapa, detentore del principale lignaggio dell’importante scuola buddista Karma-Kagyu e oggi al centro di un vero e proprio intrigo himalayano che pare uscito dalla penna di romanzieri quali Le Carré o Forsyth. Il 27 gennaio nel monastero di Gyuto (nello stato indiano dell’Himachal Pradesh dove Urgyen Trinley vive dal 2000) un’investigazione congiunta della polizia locale e dei sevizi segreti di Nuova Delhi, ha portato alla scoperta di una somma enorme di denaro non dichiarato. Si parla dell’equivalente di oltre 60 milioni di rupie (circa 950.000 euro) in diverse valute tra cui anche lo yuan cinese. Il tesoriere del giovane lama e due uomini d’affari indiani sono stati arrestati e lui stesso è stato sottoposto a un interrogatorio che ha lasciato piuttosto insoddisfatte le autorità di polizia che non hanno evidentemente creduto alle parole del lama il quale respinge ogni addebito. Ma l’importanza della vicenda non risiede tanto nell’incidente valutario quanto nel fatto che per la prima la stampa scrive apertamente che settori consistenti dell’intelligence indiana ritengono il 17° Karmapa una pedina di Pechino.




Urgyen Trinley, nato nel 1985 nel Tibet orientale, è stato il primo lama reincarnato a venire riconosciuto dal governo cinese che nel 1992 acconsentì al suo insediamento nel monastero di Tsurphu (Tibet centrale). Però a fine dicembre 1999, il Karmapa decise di fuggire dal Tibet e rifugiarsi in India dove arrivò ai primi di gennaio 2000, dopo un avventuroso viaggio al limite delle possibilità umane. Recatosi immediatamente dal Dalai Lama, il 17° Karmapa venne immediatamente ricevuto dal leader tibetano che lo accolse e gli diede ospitalità nel monastero di Gyuto. La notizia della fuga di questo lama apparve al mondo un grave scacco per il governo cinese. Unici a rimanere scettici furono però gli 007 indiani ai quali una fuga così rocambolesca di un gruppo di adolescenti (il Karmapa era scappato in compagnia della sorella e un piccolo gruppo di giovani amici) in grado di superare sia il controllo cinese sia un territorio così ostile non era parsa chiara. In tutti questi dieci anni si era sempre mormorato che i servizi segreti di Delhi tenessero d’occhio il Karmapa (che, tra l’altro, è contestato da alcuni alti esponenti della sua stessa scuola che hanno riconosciuto come 17° Karmapa un altro giovane tibetano, Trinley Thaye Dorje). Adesso, proprio nel momento in cui la tensione tra India e Cina è al culmine degli ultimi 30, arriva questo complicato affaire.



Situazione imbarazzante anche per il Dalai Lama che in una dichiarazione rilasciata ieri ha auspicato di svolgere indagini più approfondite prima di giungere a conclusioni affrettate sottolineando inoltre che il Karmapa ha molti discepoli cinesi cosa che potrebbe spiegare la presenza dell’ingente somma in yuan ritrovata nel monastero. Meno diplomatica la reazione di numerose organizzazioni tibetane dell’esilio che parlano di grossolano equivoco e in alcuni casi ventilano addirittura la possibilità di trovarsi di fronte a un complotto ai danni del Karmapa. Pechino, da parte sua, ha ovviamente rilasciato una dura smentita. “Le speculazioni che il Karmapa possa essere una spia cinese sono assurde e mostrano solo l’attitudine sospettosa dell’India,” ha detto Xu Zhitao, un membro del Comitato Centrale del P. C. C.



A questo punto delle indagini è impossibile dire qualcosa di definitivo. L’unico elemento certo è che se dopo aver creato ad arte un “suo” Panchen Lama (seconda autorità spirituale del Tibet), Pechino fosse anche in grado di manovrare le mosse del 17° Karmapa in India, le cose si potrebbero mettere male non solo per i tibetani ma anche per Nuova Delhi. Infatti il Karmapa ha molti seguaci in tutta la fascia himalayana che segna il confine tra Cina e India: dal Ladak allo stato dell’Arunachal Pradesh passando per il Sikkim. Una zona dove si trovano migliaia e migliaia di chilometri quadrati di territori oggetto di decennali dispute (e una guerra nel 1962) tra Pechino e Nuova Delhi. L’idea di una presenza in queste aree di centri religiosi che fanno riferimento a un leader spirituale controllato da Pechino è un fantasma che da tempo turba i sonni degli 007 indiani. Il ritrovamento di una somma di denaro illegale così ingente nel monastero del 17° Karmapa sembra aver dato a quel fantasma una consistenza terrena.

Piero Verni

martedì 1 febbraio 2011

India:fondi neri Dalai Lama meglio indagare

Il Dalai Lama ha detto che la grossa somma di denaro sequestrata la scorsa settimana nel monastero del Karmapa Lama, leader di una setta tibetana e indicato dalla polizia indiana come ''agente della Cina'', arriva da donazioni ricevute all'estero, ma che ''e' bene un'inchiesta approfondita'' per ristabilire l'immagine dell'influente monaco che e' il terzo piu' importante dopo lo stesso Dalai Lama e il Panchem Lama. Lo riferisce oggi il Times of India riportando alcune dichiarazioni rilasciate ieri a Bangalore dove il capo dei
tibetani si trovava per una conferenza spirituale. ''Una approfondita inchiesta e' bene perche' il Karmapa e' un Lama importante. Ha moltissimi discepoli, tra cui molti anche in Cina'' ha detto il Dalai Lama a difesa del religioso trovato in possesso per valute straniere per circa un milione di euro, tra cui una grande quantita' di yuan cinesi. ''Parte del denaro potrebbe arrivare da donazioni - ha aggiunto - ma ci sono state delle negligenze, ecco perche' e' meglio indagare''. Ugyen Trinley Dorjee, che ha assunto il titoli 17esimo Karmapa (capo della setta del ''cappello nero'' una delle quatto in cui e' diviso il buddismo tibetano) e' stato indicato come uno dei possibili candidati alla successione alla guida dei tibetani. Giovedi' scorso in una cella nel suo monastero vicino alla citta' di Dharamsala, dove ha sede il governo tibetano in esilio, la polizia aveva trovato diverse valigie stipate di banconote provenienti da oltre 25 paesi. Le indagini sono ancora in corso e il Karmapa e' stato interrogato ieri per la seconda volta dagli investigatori che stanno facendo luce su una
possibile compravendita illegale di terreni da parte del monastero Gyuto. La polizia sospetta che il leader religioso sia ''usato'' da Pechino per estendere il suo controllo territoriale nelle zone di confine con l'India.
Il quotidiano The Hindu riferisce oggi che i funzionari della polizia lo hanno sottoposto a 50 quesiti sui fondi
sequestrati e su altri documenti compromettenti, senza pero' ricevere delle risposte esaurienti. Il ''lama'' ha detto che la contabilita' e' gestita da altri due monaci e che il suo ruolo e' solo quello di ''predicare''. Nell'ambito dell'inchiesta su compravendite immobiliari sospette, sono stati arrestate finora cinque persone, tra cui il ''tesoriere'' del monastero che e' il terzo piu' importante al di fuori del Tibet.

Nepal: il parlamento vota il 3 febbraio

Il parlamento del Nepal voterà il prossimo 3 febbraio per eleggere il primo ministro, il cui posto è vacante da
oltre sette mesi per il disaccordo tra le forze politiche. Lo scrivono i media locali. I candidati dovranno essere presentati il giorno prima del voto da parte dei 601 parlamentari che compongono l'assemblea legislativa di Kathmandu. Per evitare lo stallo degli scorsi mesi, dopo 16 tornate elettorale andate a vuoto per il mancato raggiungimento della maggioranza semplice, sono state cambiate le regole della votazione che non terrà conto di astensioni e assenze e che prevede un massimo di tre tentativi.