sabato 10 dicembre 2011

Tibetani in piazza a Ginevra

Un migliaio di tibetani e simpatizzanti si sono dati oggi appuntamento a Ginevra, in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani, chiedendo un intervento diplomatico da parte dei dirigenti politici e l'apertura di una commissione di inchiesta indipendente su quanto avviene nel paese. Davanti alla sede dell'ONU hanno spiegato che la situazione in Tibet, a causa della Cina, è sempre più critica.

lunedì 28 novembre 2011

Quattro paesi uniti per il clima

Paesi del tetto del mondo insieme per collaborare ad un accordo sul clima: in assenza di un patto globale India, Bangladesh, Nepal e Bhutan hanno concordato di lavorare insieme per affrontare gli effetti nocivi dei cambiamenti climatici nella regione.

I quattro paesi si sono incontrati al ''Climate Summit for a Living Himalayas'' di Thimphu (Bhutan) per discutere insieme importanti questioni come sicurezza alimentare e risorse idriche. Per India, Bangladesh, Nepal e Bhutan risulta infatti fondamentale per l'irrigazione e il sostentamento alimentare, l'apporto di acqua dato dalla fusione dei ghiacciai himalayani.

Per cercare di arginare il problema, hanno sottoscritto un piano di cooperazione regionale su più punti: sicurezza energetica, tecnologie alternative, protezione dei sistemi naturali di acqua dolce, sicurezza alimentare e mezzi di sussistenza, protezione della biodiversità.

lunedì 21 novembre 2011

Immolazioni in Tibet, parla il Dalai Lama

Intervista di sua Santità il Dalai Lama alla BBC


Lobsang Sangay in visita a Berna

Lobsang Sangay, primo ministro tibetano del Governo in esilio, ha chiesto alla Svizzera di esprimersi sulle immolazioni di monaci e monache tibetane avvenute negli scorsi mesi. Dall'inizio dell'anno sono già 12 le persone che si sono date fuoco per protestare contro l'ingerenza cinese. Il premier ha sottolineato, nel corso di una conferenza stampa avvenuta oggi a Berna, che la situazione è particolarmente critica . Allo stesso tempo ha auspicato una presa di posizione della comunità internazionale. Lobsang ha incontrato la consigliera nazionale Maya Graf e il vicepresidente del gruppo parlamentare Svizzera-Tibet.

giovedì 10 novembre 2011

Tragedia in Nepal, 18 morti

In Nepal, un trattore con rimorchio che trasportava una quarantina di pellegrini verso un santuario del distretto di Sunsari, nel sud del paese, è finito in un canale. Il bilancio dell'incidente è pesante: 18 i morti (tra cui 16 donne) e una ventina i feriti. Lo rifersicono media di Kathmandu. La tragedia è avvenuta mentre i passeggeri stavano dormendo, non rendendosi così conto di quello che succedeva.

lunedì 7 novembre 2011

Dalai Lama punta il dito contro "il genocidio culturale"

Il capo spirituale dei buddisti tibetani, il Dalai Lama, ha detto oggi che "il genocidio culturale" condotto dalla Cina in Tibet è all'origine della recente ondata di immolazioni con il fuoco dei tibetani.

"C'è una sorta di genocidio culturale che avviene" sul Tetto del mondo, ha detto in una conferenza stampa a Tokyo, "Nel corso degli ultimi dieci, quindici anni ci sono stati dirigenti cinesi molto decisi... È per questo che vedete accadere questo genere di tragici incidenti", ha concluso.

martedì 1 novembre 2011

Inaugurato il primo traforo dell'Himalaya

BANIHAL, India — E’ stato inaugurato venerdì scorso il primo traforo dell’Himalaya indiano che permetterà di collegare il Kashmir con la rete ferroviaria nazionale. Il tunnel è lungo quadi 11 chilometri e attraversa la catena del Pir Panjal in una linea perfettamente diritta, permettendo di raggiungere in pochi minuti il lato nord e sud della montagna. Si tratta della più lunga galleria ferroviaria dell’India, la seconda in tutta l’Asia.
I lavori di costruzione del tunnel sono iniziati nel 2005 e sono costati 3,9 miliardi di rupie. Secondo quanto riferisce il quotidiano The Times of India, l’intera tratta ferroviaria è stata realizzata con materiale altamente sicuro, testato al pericolo di incendio e resistente all’acqua, non un dettaglio visto il clima himalayano. Il traforo è lungo 10,96 chilometri ed in grado di collegare in circa 6 minuti la città di Banihal, a sud delle montagne, con la città di Qazigund, a nord, e di conseguenza di unire maggiormente la regione di Jammu con quella del Kashmir.
Il tunnel attraversa la Pir Panjal, la catena nell’Himalaya indiano le cui vette superano anche i 4000 metri di quota. La nuova tratta si collegherà con la rete ferroviaria nazionale e in teoria nel 2017 metterà in collegamento il capoluogo invernale di Jammu con quello estivo di Srinagar e anche oltre fino alla città di Baramulla per un totale di 345 chilometri.

giovedì 27 ottobre 2011

Tibet: bomba esplode vicino a palazzo governativo

Una bomba è esplosa questa mattina vicino a uno stabile governativo a Karma, nella prefettura di Chamdo, in Tibet. Secondo prime informazioni avrebbe causato danni, ma non vittime. Per ora sconosciuti i mandanti e quindi le motivazioni del gesto. Vicino al luogo della deflagrazione erano stati dipinti muri con scritte "Tibet libero".

mercoledì 26 ottobre 2011

Tibet, un altro monaco si dà fuoco

Ancora un monaco tibetano, il decimo, si è dato fuoco ieri nella provincia cinese del Sichuan, dinanzi ad una grande folla di persone. Lo riferisce il sito di Radio Free Asia. Non si sa al momento quali siano le sue attuali condizioni.

Dawa Tsering, 31 anni, si è immolato dandosi fuoco durante una funzione presso il monastero di Kardze, invocando il ritorno del Dalai Lama e l'indipendenza del Tibet. Soccorso immediatamente dai presenti che hanno cercato di estinguere le fiamme, il monaco è stato portato in ospedale.

Secondo quanto riferito da un altro monaco del monastero, sembra che Dawa abbia rifiutato i trattamenti medici, chiedendo di essere lasciato morire. Dalle informazioni disponibili pare che avesse gravi bruciature sulla testa e sul collo.

Finora sono dieci, dall'inizio dell'anno, i monaci tibetani, soprattutto, che si sono immolati per la causa dell'indipendenza. Cinque sono morti. L'ultimo caso si era verificato la scorsa settimana, quando una monaca si era data fuoco ed era morta nella prefettura di Ngaba (Aba per i cinesi).

sabato 22 ottobre 2011

Tibet, ghiacciai in pericolo

I ghiacciai presenti sul plateau tibetano e che alimentano i principali fiumi della Cina si sciolgono più velocemente del previsto. E' quanto sostiene uno studio effettuato da una équipe di ricercatori. Le temperatura media nella regione continua gradualmente e da un secolo ad aumentare. L'anno scorso ha raggiunto la punta più alta da mezzo secolo a questa parte.

martedì 18 ottobre 2011

Pannella chiede asilo politico alla Mongolia

La richiesta è stata fatta durante la visita a Roma del presidente della Mongolia.
Leggi l'articolo:

http://www.corriere.it/politica/11_ottobre_17/pannella-mongolia-arachi_7f0bc680-f8e4-11e0-a70e-53be2c0ab142.shtml

Tibet libero! Monaca si dà fuoco

Tenzin Wangmo, giovane buddista si è data fuoco ieri per protestare contro l’occupazione cinese in Tibet. Un gesto che segue l'esempio di altri otto monaci che si sono immolati negli scorsi mesi.

La monaca si è immolata nei pressi del suo monastero nella provincia sudoccidentale del Sichuan. In un comunicato del monastero in esilio di Kirti (la cui sede principale a Ngaba è da mesi sotto assedio della polizia cinese e che è stato teatro della maggior parte delle otto precedenti immolazioni di tibetani), si dice che la donna, avviluppata nelle fiamme, ha marciato per strada cantando e urlando slogan anticinesi e in favore del Tibet libero e del ritorno del Dalai Lama, prima di morire

Sempre nella stessa zona i poliziotti hanno sparato contro una manifestazione pacifica ferendo due persone.

sabato 15 ottobre 2011

Incidente in Nepal: 43 morti

Almeno 43 persone hanno perso la vita in un incidente avvenuto nel distretto di Sindhuli, a 80 chilometri a est di Kathmandu, in Nepal. Il bus sul quale viaggiavano è uscito fuori strada cadendo per 300 metri in un dirupo e finendo la sua corsa in un torrente. Undici passeggeri, che si trovavano sul tetto del mezzo, si sono salvati siccome sono riusciti a saltare a terra prima che precipitasse.

giovedì 13 ottobre 2011

Nozze da favola nel piccolo Bhutan

Si è svolta mercoledì in un monasterofortezza (dzong) di Punakha, l'antica capitale, la complessa e spettacolare cerimonia per il matrimonio del sovrano del Bhutan Jigme Khesar Namgyel Wangchuk, che con i suoi 31 anni è il più giovane monarca del mondo, e della 21enne di origni borghesi Jetsun Pema. Le nozze sono state celebrate dal capo del clero, coadiuvato da un centinaio di monaci, secondo la ricca tradizione buddista locale. I 700'000 sudditi attendevano questo momento dall'incoronazione del quinto "re drago", succeduto al padre, che ha abdicato, nel 2008

Vedi anche:

http://www.corriere.it/esteri/11_ottobre_13/bhutan-nozze-festa_8e1c2bf4-f562-11e0-9479-439a0eb41067.shtml


http://tv.repubblica.it/mondo/bhutan-il-re-sposa-la-studentessa-la-cerimonia/78134/76524?ref=HREV-4

mercoledì 12 ottobre 2011

Trenta metri di seta per descrivere la Mongolia

Oltre trenta metri di seta dipinta che fotografano la Mongolia del XVI secolo. E' l'incredibile 'Mappa del paesaggio mongolo', documento unico che sara' in mostra a Roma, in prima mondiale dal 21 ottobre al 26 febbraio alle Terme di Diocleziano, inserito nella rassegna 'A Oriente. Citta', uomini e dei sulla via della seta', primo di 11 progetti della neonata Biennale Internazionale di cultura Vie della Seta.

L'importante reperto, un lungo rotolo, e' stato rinvenuto e acquistato nel 2002 in Giappone -dove era giunto negli anni Venti del Novecento- da una societa' d'aste di Pechino e ora e' di proprieta' di un privato cinese.

Risale all'epoca Ming (sarebbe stata realizzato tra il 1524 e il 1539) e raffigura luoghi e soggetti rinomati delle Vie della Seta, un territorio vastissimo che dal lembo più occidentale della provincia cinese del Gansu (Cina nord occidentale) arriva fino al Mar Rosso. Anzi, secondo l'esperto della universita' di Pechino che l'ha studiata, in origine doveva misurare almeno 40 metri, descrivendo pure le terre che dalla Mecca arrivavano all'odierna Istambul.

Realizzata con inchiostro e colori su seta, la Mappa e' ricca di 211 toponimi cinesi, molti dei quali traslitterati dal mongolo, dall'uiguro, dal persiano, arabo, armeno, greco..persino la Mecca (Tianfang) e' presentata come una nobilissima citta' della Cina.

Tibet: morto per la propria patria

E' deceduto l'ex monaco tibetano che il 7 ottobre scorso si è dato fuoco per protestare contro l'occupazione cinese del Tibet. Lo scrivono diversi siti tibetani. Khaying (18 anni), assieme a Choepel, un altro giovane ex monaco del monastero di Kirti che è da mesi sotto assedio della polizia cinese, lo scorso 7 ottobre si immolarono dandosi fuoco ad Aba (la città è chiamata Ngaba in tibetano), nella provincia occidentale cinese del Sichuan.

Il giovane monaco, a seguito delle ferite riportate, è morto il giorno dopo in ospedale, ma la circostanza non è stata confermata dalle autorità cinesi che ancora ieri dicevano che i due erano in ospedale e non in condizioni gravi.

mercoledì 28 settembre 2011

USA: "rispettate i diritti del Tibet"; Cina si oppone

La Cina, ancora una volta, ha dichiarato di opporsi fermamente all'interferenza di paesi o persone sugli affari interni, soprattutto usando la questione del Tibet. Lo ha detto in conferenza stampa il portavoce del ministero degli esteri cinese, Hong Lei.

Ieri gli Stati Uniti avevano chiesto a Pechino di rispettare i diritti dei tibetani dopo che lunedì due monaci tibetani (vedi articoli sotto, nda) sotto assedio della polizia cinese hanno protestato per l'occupazione cinese cospargendosi di benzina e dandosi fuoco.

lunedì 26 settembre 2011

Tibet: monaci si dànno fuoco per protesa

Due monaci tibetani si sono dati fuoco per protesta contro l'occupazione cinese in un' aerea a popolazione tibetana della provincia sudoccidentale del Sichuan, secondo quanto affermato da attivisti in esilio.


Kelsang e Kunchak, questi i loro nomi (entrambi 18enni), appartengono al monastero di Kirti, che è da alcuni mesi sotto uno stretto controllo delle forze di sicurezza cinese dopo il suicidio di un altro monaco, Phuntsog, di 21 anni, che in marzo si è dato alle fiamme in protesta contro la repressione da parte di Pechino. Kelsang, secondo gli esuli tibetani, appartiene alla famiglia di Phuntsog.


Il mese scorso, tre monaci di Kirti sono stati condannati a pesanti pene detentive perché accusati di aver "aiutato" il loro confratello a suicidarsi. Nel 2008 decine di monaci di Kirti parteciparono alla rivolta anticinese che scoppiò in diverse aree a popolazione tibetana della Cina nella quale, secondo fonti tibetane, avrebbero perso la vita circa 200 persone.

Successore Dalai Lama: la Cina straparla

La Cina, ancora una volta, ha dichiarato che il successore del Dalai Lama sarà deciso da Pechino e che quindi non potrà avvenire come da tradizione. Da parte sua, il capo spirituale buddista ha fatto sapere sabato che comunicherà verso i 90 anni dove avverrà la sua futura reincarnazione, dopo aver consultato, come avviene da secoli, il suo entourage. Tenzin Gyatso, 76 anni e premio Nobel per la Pace, ha inoltre affermato da Dharamsala, dove si trova il Governo tibetano in esilio, che potrebbe però scegliere già in vita chi ricoprirà in futuro la sua carica.

Incidente aereo in Nepal: 19 morti

Un velivolo della Buddha Air è precipitato domenica in fase di atterraggio a Kathmandu. Tutti i passeggeri, 19 in tutti, sono morti. L'aereo stava riportando nella capitale nepalese un gruppo di escursionisti che stavano tornando da un'escursione panoramica nella zona vicina all'Everest.

venerdì 23 settembre 2011

Ulan Baatar, ring per lottatori

Più di seimila lottatori mongoli stanno affluendo nella capitale Ulan Bataar per partecipare alla più grande competizione di lotta di tutti i tempi. I partecipanti hanno tra i 14 e gli 80 anni di età e il vincitore avrà un premio di 12mila dollari.


Il vero obiettivo degli organizzatori è però quello di battere il record detenuto dalla Cina per le competizioni di lotta con un torneo tenuto nel 2004, al quale hanno partecipato 2.048 atleti.


"La tradizione della lotta mongola risale al periodo degli Xiongnu (gli antenati degli Unni), molto prima dell'avvento di Gengis Khan", ha spiegato Reegjibuu Nyamadorj, il presidente della
Fondazione nazionale per la lotta mongola. Il conquistatore mongolo morì nel 1227.

Dalai Lama: la mia reincarnazione, un affare personale

"E' affare mio". Sono le parole usate dal Dalai Lama riferendosi alla sua prossima reincarnazione. "Nessuno ha diritto di interferire", ha sottolineato, rispondendo ai tentativi della Cina di nominare i successori delle massime cariche spirtuali tibetane. Lo riferisce l'agenzia di stampa Ians.

Il Premio Nobel per la pace ha parlato dalla sua residenza di Dharamsala, nel nord dell'India, dove è in corso un'importante conferenza delle quattro correnti tibetane. Riferendosi ai tentativi della Cina di "approvare" le reincarnazioni delle massime cariche spirituali tibetane, ha precisato che "l'istituzione del Dalai Lama è vecchia di secoli. È mio diritto seguirla o non seguirla".

Il 76 enne Tenzin Gyatso, lo ricordiamo, è stato riconosciuto quando era ancora un bambino come 14esimo Dalai Lama. La conferenza organizzata dal governo tibetano in esilio, è dedicata tra l'altro a discutere della sua successione, la cui modalità non è ancora stata decisa. "Non c'è alcuna fretta - ha aggiunto- sono ancora in salute e ce ne occuperemo quando avrò 80 o
90 anni".

domenica 18 settembre 2011

7 morti in Nepal per frana

Sette persone, tra cui due bambini, hanno perso la vita sabato in uno smottamento di terreno avvenuto nell’ovest del Nepal. I soccorritori sono riusciti a portare in salvo 17 persone, rimaste ferite nel villaggio di Sulichar, in una delle regioni più povere del paese. La frana è stata provocata dalle forti precipitazioni monsoniche.




Almeno 7 morti in Nepal e Sikkim per il terremoto

E' di almeno sette morti -cinque in Nepal e due in India - il bilancio provvisorio della^violenta scossa di terremoto di magnitudo 6,8 gradi sulla scala Richter che ha colpito alle 18:11 (14:41 italiane) lo Stato
indiano settentrionale del Sikkim e i vicini Nepal e Bhutan. Lo hanno reso noto le Protezioni civili nepalese ed indiana. La prima scossa, con epicentro a 64 chilometri dalla citta'indiana di Gangtok, nel Sikkim, e' stata seguita da due repliche^all'incirca nella stessa zona di 4,8 e 4,6 gradi Richter. Il terremoto e' stato avvertito nettamente in una vasta regione dell'India settentrionale, compresa la capitale del West Bengala, Kolkata, e parzialmente a New Delhi. Il governo indiano ha convocato una riunione di emergenza della Authority che supervisiona i disastri, assicurando ogni possibile aiuto alle autorita' del Sikkim, dove molte strade sono bloccate da frane e le comunicazioni telefoniche sono interrotte. Intanto da Kathmandu arrivano notizie di crolli parziali di vecchie strutture e di cinque vittime (tre nella valle della capitale e due a Dharan). Infine i media indiani riferiscno che sono almeno cinque le vittime del sisma nel Sikkim.

Terremoto in Sikkim

Una scossa di terremoto di magnitudo 6,8 si è verificata nella regione di Sikkim, in India. Lo riferisce il
sito dell'istituto geosismico statunitense (Usgs). Non si hanno al momento notizie di danni o feriti. L'epicentro, riferisce l'Istituto, è stato localizzato a 64 chilometri a nordovest di Gangtok, nello stato del Sikkim e ad una
profondità di 10 chilometri. Lo stato del Sikkim, uno dei più piccoli dell'India, al confine con il Nepal, ha una popolazione di più di 550mila abitanti. È conosciuto per i bellissimi panorami sulle montagne dell'Himalaya.

martedì 13 settembre 2011

Himalaya: convegno sulle montagne

Un gruppo di 150 esperti ha messo a punto una dichiarazione di principio sulla "green economy" e sullo sviluppo sostenibile delle montagne in un convegno che si è concluso a Kathmandu, in Nepal, e che è stato organizzato dall'International Centre for Integrated Mountain Development, un centro di ricerca formato dagli otto Paesi della catena montagnosa dell'Hindu Kush-Himalaya.

Alla conferenza ha partecipato il comitato EvK2Cnr, associazione che da più di vent'anni è presente in Himalaya con attività di ricerca scientifica. La dichiarazione di Kathmandu diventerà la base di discussioni per i prossimi appuntamenti internazionali sullo sviluppo sostenibile fino alla Conferenza RIO+20 che si terrà nel giugno 2012.

Le conclusioni della conferenza saranno presentate all'incontro del 10-12 ottobre della World Mountain Conference di Lucerna e poi in occasione del Cop 17 a Durban, in Sudafrica.

lunedì 5 settembre 2011

Governo nepalese: posti chiave a maoisti

Il maoista Baburam BhattaraiI, neo primo ministro nepalese, ha nominato 13 ministri nel suo Governo formato da una coalizione con un fronte di partiti regionali dell'etnia "madhesi" del sud del paese himalayano. L'Esecutivo, come riferito da media locali, sarà completato nei prossimi giorni.


I maoisti, la principale forza in Parlamento, si sono riservati sei ministeri, tra cui quello degli esteri, occupato dal vicepresidente del partito degli ex guerriglieri, Narayan Kaji Shrestha, detto «Prakash», e quello delle finanze, andato a Barshaman Pun, considerato uno stretto collaboratore del leader Prachanda.


Gli altri otto membri del governo, tra cui il ministro degli interni, Bijaya Gachhadar, che aveva già giurato il 26 agosto insieme al premier, appartengono ai "madhesi". Il 57enne Bhattarai, un intellettuale che si è formato in India, si trova tuttavia a dover affrontare una spaccatura interna al suo gruppo che potrebbe vanificare la sua ambizione di concludere il processo di pace nei prossimi sei mesi.


Una fazione radicale ha infatti ritirato l'appoggio al Governo dopo la decisione presa la scorsa settimana (leggi sotto) dal partito maoista di consegnare a un comitato interpartitico le chiavi dei depositi di armi dell'Esercito del popolo di liberazione utilizzate nel conflitto contro la monarchia terminato nel 2006.

venerdì 2 settembre 2011

Nepal: i maoisti consegnano le armi

I vertici del Partito comunista unificato del Nepal di tendenza maoista (Ucpn-M), che da qualche giorno guidano il nuovo Governo nepalese, hanno deciso di consegnare ad uno speciale Comitato interpartitico le armi, utilizzate durante il conflitto interno terminato nel 2006, depositate in sette aree del paese.


La decisione, che ha creato non pochi malumori fra gli esponenti più radicali (Mohan Baidya) dell'Ucpn-M, è stata accolta con favore dagli esponenti degli altri partiti e dall'ambasciata statunitense a Kathmandu.

La consegna delle armi era considerata una tappa essenziale per portare a termine il processo di pace e riconciliazione nazionale, che prevede anche il reinserimento, nelle forze di sicurezza o nella società, di 19.000 ex combattenti appartenenti all'Esercito di liberazione del popolo (Pla), braccio armato dei maoisti creato nel 2001.

giovedì 1 settembre 2011

Tibet: il rinoceronte lanoso riscrive la storia?










Il gelido altopiano del Tibet potrebbe essere stato una culla dell'evoluzione per i 'giganti' dell'Era Glaciale. Lo sostiene uno studio, pubblicato su Science e coordinato da Tao Deng dell'Accademia delle Scienze Cinese, che descrive il fossile di un rinoceronte lanoso, scoperto ai piedi dell'Himalaya, che mostra chiari adattamenti a un clima freddo e dalle nevi perenni gia' prima dell'inizio dell'Era Glaciale del Pleistocene (compreso fra 2,6 milioni di anni fa e 11'700 anni fa).


Finora si pensava che i 'megaerbivori' del Pleistocene si fossero evoluti gradualmente, in Nord America ed Eurasia, e adattati al gelo dell'Era Glaciale da antenati che meno tolleravano il freddo. Ma il fossile del rinoceronte lanoso, chiamato Coelodonta thibetana, dimostra che probabilmente non è andata cosi'.


Secondo quindi lo studio potrebbe esserci stato uno scenario alternativo: i rigidi inverni dell'altopiano tibetano potrebbero essere stati il teatro dove la megafauna del Peistocene mosse i primi passi nel freddo e l'altopiano tibetano potrebbe essere stato una culla evolutiva dei 'giganti' dell'Era Glaciale.

mercoledì 31 agosto 2011

Carcere per monaci: Cina (giustamente) criticata

Stati Uniti e difensori dei diritti umani hanno criticato Pechino per le pesanti pene inflitte a tre monaci buddisti tibetani, i quali avrebbero aiutato un altro monaco a immolarsi durante le contestazioni anticinesi nel monastero di Kirti lo scorso marzo. I tre sono stati condannati dai 10 ai 13 anni di carcere. Washington ha in particolare espresso preoccupazione, affermando che la Cina dovrebbe concentrarsi nel proteggere l'identità linguistica, culturale e religiosa del Tibet.

lunedì 29 agosto 2011

Ginevra, in piazza per i diritti dei tibetani

La comunità tibetana in Svizzera ha organizzato lunedì a Ginevra una quarta azione di protesta per chiedere l'invio di una commissione di inchiesta dell'ONU in Tibet. I manifestanti denunciano oramai da mesi il rischio di estinzione della loro lingua a causa delle misure attuate dal Governo di Pechino che impone il mandarino nelle scuole.

giovedì 25 agosto 2011

Scontri in Tibet con i cinesi

Un numero imprecisato di persone sono state picchiate e arrestate in Tibet il 20 agosto nei pressi del monastero di Tawu Nyitso, dove migliaia di tibetani si erano riuniti per rendere omaggio a Tsewang Norbu, il monaco di 29 anni immolatosi dandosi fuoco a ferragosto invocando la libertà del Tibet e il ritorno del Dalai Lama.

Le forze di sicurezza cinesi, circa un migliaio di agenti, dopo la morte del monaco, hanno cordonato il monastero tagliando luce ed elettricità. Nonostante il divieto delle autorità, i monaci hanno portato il corpo di Tsewang Norbu nel suo monastero dove oltre 10'000 tibetani lo hanno raggiunto per dargli un ultimo saluto.

A questo punto la polizia è intervenuta per bloccare l'adunata ordinando l'immediata cremazione del corpo del giovane deceduto. Secondo il sito Phayul, le autorità hanno presidiato il sito del
funerale, impedendo ai locali di parteciparvi.

domenica 14 agosto 2011

Nepal: dimissioni del premier

La lunga e tormentata crisi politica è tornata ad acuirsi in Nepal dopo che oggi il premier Jhala Nath Khanal, un leader comunista moderato, ha presentato le dimissioni per non essere riuscito a far progredire il processo di pace nel paese e la redazione della nuova Costituzione


Dopo settimane di esitazione, rispondendo anche alle pressioni del suo stesso partito e del Congresso nepalese (Nc) all'opposizione, e prendendo atto della scarsa collaborazione da parte del principale partner governativo (il partito comunista filo-maoista Ucpn), Khanal ha rimesso il suo mandato stasera nelle mani del presidente nepalese Ram Baran Yadav.


Eletto in febbraio, Khanal ha guidato il quarto governo nepalese costituito negli ultimi quattro anni.

lunedì 8 agosto 2011

Premier tibetano in carica

Il primo ministro del governo tibetano in esilio, Lobsang Sangay, ha assunto oggi ufficialmente le sue funzioni dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione in una cerimonia ufficiale nel tempio di Tsuglagkhang a Dharamshala.


Lo riferisce la tv 'all news' indiana Ndtv.La cerimonia, si è appreso, è avvenuta alla presenza del Dalai Lama che di recente ha chiesto ed ottenuto di abbandonare ogni responsabilità politica mantenendo solo la rappresentanza spirituale dei tibetani in esilio.


Sangay, 43 anni, sostituisce nell'incarico di capo di Governo (Kalon Tripa) Samdhong Rinpoche, ed il suo ufficio sarà in un edificio di fronte alla residenza del Dalai Lama.


"Attacco" alla Cina


Lobsay Sangay, nel suo messaggio di insediamento a Dharamsala in India, ha attaccato la Cina. "I tibetani sono diventati cittadini di serie B nella propria terra", ha affermato, "dopo 60 anni di abusi, il Tibet non è il paradiso del socialismo promesso da Pechino". Sangay ha poi aggiunto che con la sua elezioni in aprile e "grazie allo spirito di rinnovamento e resistenza di sei milioni di persone", la vittoria andrà al suo popolo. Infine ha confermato la strategia politica della "via di mezzo" finora seguita e che prevede una genuina autonomia per la popolazione tibetana.

mercoledì 27 luglio 2011

Nuova compagnia aerea in Tibet

La Cina ha creato una nuova compagnia aerea,  la Tibet Air, che dovrà garantire i collegamenti tra la tormentata  Regione autonoma del Tibet e il resto del territorio cinese. Lo affermano oggi i mezzi d'informazione cinesi, precisando che  il primo volo della Tibet Air è stato effettuato ieri da Lhasa, la capitale, a Ngari, la selvaggia zona occidentale del Tibet che ha un  aeroporto solo dall'anno scorso. Il Tibet, teatro nel 2008 di una sanguinosa rivolta anti-cinese,  è stato più volte chiuso al turismo straniero in questi anni, mentre  il divieto di visita per giornalisti e diplomatici è permanente.Pechino punta a sviluppare il turismo cinese con l'obiettivo di raddoppiare entro il 2015 l'afflusso annuale di turisti, che dovrebbe raggiungere i 15 milioni all'anno, portando alla creazione di 300mila nuovi posti di lavoro. L'economia del Tibet sta crescendo a ritmi superiori alla media nazionale, ma i nazionalisti tibetani affermano che i massicci investimenti finiscono per andare a beneficio esclusivo degli immigrati cinesi, lasciando la popolazione locale ai margini dello
sviluppo.

Attentati di Mumbai: un arresto in Nepal

La polizia nepalese ha arrestato una persona sospetta di aver partecipato alla realizzazione degli attentati che il 13 luglio scorso hanno causato 24 morti e numerosissimi feriti a Mumbai. Lo riferiscono oggi i media a Kathmandu. Secondo le prime informazioni, non commentate ufficialmente dalla polizia, si tratta di Mohammad Zahir, arrestato sabato scorso nel suo appartamento del quartiere di Balutawar nella capitale nepalese. Alcune intercettazioni, si e' appreso, lo coinvolgerebbero nell'operazione terroristica.

mercoledì 20 luglio 2011

Altezza dell'Evererst, tutto da rifare

Il governo del Nepal ha ordinato una nuova misurazione dell'Everest per chiarire la confusione sull'altezza della vetta che ufficialmente è di 8848 metri, ma è contestata dai cinesi e anche da americani. Lo ha riportato l'agenzia di stampa nepalese Rss.


Il progetto finanziato da Kathmandu durerà due anni e prevede l'utilizzo di sofisticati strumenti. Come "base" di partenza sarà preso il livello del mare nel porto di Calcutta, in India.


La cima del cosiddetto Tetto del mondo era stata misurata per la prima volta nel 1856 da un ufficiale britannico che diede anche il nome alla montagna dedicandola al topografo George Everest. Da allora ogni nuovo tentativo di calcolare scientificamente la montagna più alta del mondo ha prodotto vivaci polemiche.


Le divergenze principali sono sul criterio di calcolo della vetta considerata come formazione rocciosa oppure come calotta ghiacciata, una differenza che può essere di alcuni metri.
Nell'aprile dello scorso anno, in un incontro a Kathmandu, nepalesi e cinesi avevano raggiunto un compromesso secondo il quale sono state riconosciute entrambe le misurazioni, quella dei 8848
metri del Nepal e quella di 8844,43 metri della Cina.


Nel maggio del 1999, una spedizione americana aveva misurato la vetta della montagna usando la tecnologia del GPS e ha rilevato che l'Everest è alto 8850 metri, una cifra adottata dalla Società
nazionale geografica americana, ma finora rifiutata da Kathmandu.

domenica 17 luglio 2011

Genziana d'oro: premiato film sul Tibet

“Summer pasture” è il film vincitore della Genziana d’oro città di Trento della 59esima edizione del Trento Film Festival. La pellicola è stata firmata dai registi americani Lynn True e Nelson Walker, e racconta la vita di una famiglia nomade tibetana nella remota provincia del Sichuan, nel Tibet orientale. Verdi paesaggi estivi e vita pastorale fanno da corollario a un amore semplice e vero: quello di coniugi, uniti nel “karma”, destinati a stare insieme ai piedi delle più alta montagne del Tibet.

Guarda il trailer su YouTube:

http://www.youtube.com/watch?v=XWENDHea2F0&feature=youtube_gdata_player

sabato 2 luglio 2011

Quattro anni di prigione a tibetano

Un giovane scrittore tibetano è stato condannato a quattro anni di reclusione per una serie di saggi, di cui è coautore, sulla politica cinese nella regione himalayana dopo le sommosse del 2008. Lo ha reso noto oggi un'organizzazione per la difesa dei diritti umani in Tibet.

Tashi Rabten, editore della rivista proibita Eastern Snow Mountain, è stato condannato il mese scorso ad Aba, nella provincia sud-occidentale del Sichuan, secondo il gruppo International Campaign for Tibet (Ict).Altri tre scrittori che lavoravano con lui sono stati imprigionati a dicembre.

lunedì 27 giugno 2011

Manifestazione a Ginevra in sostegno del Tibet

Un gruppo di tibetani residenti in Svizzera ha manifestato questa mattina in favore della libertà religiosa davanti alla sede delle Nazioni Unite a Ginevra, chiedento inoltre che l'ONU invii in nella regione una commissione indipendente d'inchiesta. Presenti anche alcuni monaci buddisti che si sono messi a pregare davanti a una foto del Dalai Lama. In un comunicato, la Comunità tibetana residente nella Confederazione ha denuciato inoltre la distruzione di luoghi religiosi da parte del Governo cinese.

Lo scorso 30 maggio i tibetani in Svizzera hanno avviato una campagna per denunciare il mancato rispetto dei diritti umani. Sono intenzionati a manifestare a Ginevra ogni ultimo lunedì del mese fino a quando non avranno ottenuto l'invio di una missione dell'ONU nel loro paese, per indagare sulle tante violazioni dei diritti

venerdì 24 giugno 2011

In Nepal un progetto per Lumbini con i soldi cinesi

Una fondazione cinese e il governo nepalese stanno progettando di trasformare il villaggio natale del Buddha,
nel Nepal meridionale, in un santuario per i buddhisti di tutto il mondo paragonabile alla Mecca per i musulmani o al Vaticano per i cattolici. Lo ha affermato Xiao Wunan, vicepresidente della Asia Pacific Exchange and Cooperation Foundation, il cui piano prevede di raccogliere in Cina e all'estero tre miliardi di dollari per costruire a Lumbini, 170 km a sud della capitale Kathmandu, un aeroporto internazionale, un' autostrada, alberghi, ristoranti e un'Università buddhista. Si ritiene che il principe Siddharta Gautama, diventato poi il  Buddha, sia nato 2600 anni fa in questo villaggio nei pressi della  frontiera con l' India. Xiao ha negato che ci siano motivi politici dietro all'iniziativa, come sostenuto da alcuni commentatori indiani, che temono «l'accerchiamento» da parte di alleati della Cina. Il Nepal - che continua a trovarsi in una situazione politica instabile nella quale hanno un grande peso i maoisti, che sono il principale partito del Parlamento - è uno di questi. Pechino intrattiene buone relazioni con altri Paesi vicini all'India, come lo Sri Lanka, il Bangladesh e la Birmania, che non vedono di buon occhio l'emergere dell'India come potenza dominante della regione. Al contrario, ha affermato l' esponente cinese, la Fondazione ha proposto a New Delhi di collaborare per sviluppare Bodh Gaya, il paese dell'India orientale nel quale si ritiene che il principe Siddharta abbia avuto «l'illuminazione» trasformandosi nel Buddha, e Kushinagar, dove è morto. In Cina il buddhismo, come le altre principali religioni, ha conosciuto un momento difficile negli anni della Rivoluzione Culturale (che ufficialmente si è conclusa nel 1976) ma negli ultimi dieci anni, con la relativa liberalizzazione della Cina, ha avuto un revival straordinario. Oggi si ritiene che i seguaci cinesi del Buddha siano circa 500milioni.  La Costituzione cinese garantisce la libertà di religione ma il governo esercita uno stretto controllo sulle gerarchie religiose attraverso l' Ufficio per gli affari religiosi, che si riserva l' ultima parola in tutte le questioni che riguardano le religioni, inclusa la scelta delle reincarnazioni dei «grandi lama» buddhisti.
Per quanto riguarda il buddhismo, Pechino teme soprattutto il Dalai Lama, il leader tibetano in esilio che chiede una «vera» autonomia per il Tibet e che ha mantenuto una forte influenza sui buddhisti tibetani e su buona parte di quelli cinesi. Dopo l'India, il Nepal è il Paese che ospita il maggior numero di profughi tibetani. La Campagna Internazionale per il Tibet, un gruppo fedele al Dalai Lama, ha accusato il governo di Kathmandu di aver ceduto alle pressioni cinesi limitando la libertà di movimento dei tibetani in Nepal mettendo a rischio «la legalità e le istituzioni democratiche» del Paese.

venerdì 17 giugno 2011

Obama incontra il presidente della Mongolia

Barack Obama ha accolto ieri a Washington il suo omologo, il presidente mongolo Tsakhia Elbegdorij. I due capi di Stato si sono incontrati nella stanza ovale per discutere delle relazioni fra le due nazioni, che dovrebbero uscire rafforzate alla fine di questa visita. Entrambi non hanno rilasciato dichiarazioni.

Secondo un comunicato diffuso dalla Casa Bianca, Obama e Elbegdorij hanno discusso dei mezzi "per rafforzare la cooperazione diplomatica, economica e in materia di difesa". Gli Stati Uniti sono interessati a mantenere delle buone relazioni con la Mongolia, paese ricco di minerali come per esempio il carbone.

giovedì 9 giugno 2011

Dalai Lama in visita in Australia

Il Dalai Lama è giunto oggi a Melbourne per una visita di 11 giorni in Australia (l'ottava), in cui terrà conferenze pubbliche e incontrerà leader politici. In programma colloqui con il leader dell'opposizione conservatrice Tony Abbot e dei Verdi Bob Brown, mentre resta improbabile un incontro con la premier laburista Julia Gillard, che come il suo predecessore Kevin Rudd preferisce evitare, secondo gli osservatori, di irritare il regime cinese che lo ha più volte definito ''un pericoloso separatista'' (???!!!!!).

Al suo arrivo in aeroporto proveniente dalla Nuova Zelanda, il Dalai Lama è stato accolto da una folla di sostenitori,molti dei quali indossavano costumi tradizionali tibetani o abiti monacali buddisti. Imponenti le misure di sicurezza. Gli organizzatori della visita informano che il 75enne leader buddista è stato invitato a incontrare coloro che hanno perduto familiari nei disastri naturali, vaste inondazioni e cicloni tropicali, che hanno colpito all'inizio dell'anno il nordest del paese.

venerdì 27 maggio 2011

Anche la Mongolia interna non vuole i cinesi

Continuano le proteste nella Mongolia interna dove da ormai diversi giorni centinaia di persone, in gran parte studenti, stanno scendendo per le strade in difesa dei propri diritti.

Sul sito del Southern Mongolian Human Rights Information Centre, un'organizzazione che si batte per i diritti della minoranza mongola, si riporta di nuove violente proteste avvenute ieri e oggi.
Ieri in particolare migliaia di persone sono scese in strada in due città della zona di Xilin-Gol innalzando cartelli con su scritto "difendiamo i diritti dei mongoli" e "difendiamo la nostra terra".

La minoranza mongola chiede che le autorità cinesi rispettino i cittadini di etnia mongola ed il loro diritto di conservare il loro tradizionale stile di vita. Secondo l'organizzazione, gli studenti
avrebbero deciso di continuare le proteste anche nei prossimi giorni, fino almeno al prossimo 2 giugno. Lunedì prossimo dovrebbe tenersi una manifestazione più massiccia nella capitale regionale, Hohhot.

I primi scontri si sono verificati a seguito della morte di un allevatore, una quindicina di giorni fa, investito e trascinato per 150 metri da un autotrasportatore di etnia Han, maggioritaria in
Cina. Pochi giorni dopo di lui un altro allevatore morì in seguito a degli scontri con dei minatori locali.Secondo i media di stato, le autorità locali avrebbero promesso ai manifestanti di occuparsi quanto prima delle loro richieste e di punire i responsabili delle due morti.

La Mongolia interna è una delle regioni tra le maggiori produttrici di carbone, tanto che la Cina intende aprire qui diverse nuove miniere. Questi piani hanno fatto sorgere nella popolazione
locale di etnia mongola la preoccupazione di un nuovo e sempre maggiore influsso nella zona della maggioranza han, che conta già circa il 90% della popolazione totale della Cina. Circa 4 milioni di mongoli vivono in Cina, la maggior parte proprio nella Mongolia Interna, dove attualmente rappresentano circa il 20% della popolazione complessiva che ammonta a circa 20 milioni di persone.

Nepal: corsa contro il tempo per Costituzione

Una riunione di emergenza dei vertici dei tre principali partiti del Nepal è in corso oggi a Kathmandu per scongiurare una grave crisi che potrebbe essere prodotta dalla scadenza domani del mandato assegnato all'Assemblea costituente di redigere una nuova Costituzione, obiettivo ormai impossibile da raggiungere.

Delegazioni del partito maoista Ucpn, del Congresso nepalese e del Cpn-Uml sono riunite nel ministero della Pace con l'obiettivo di estendere i lavori della Costituente di almeno un anno.

Le principali resistenze a questo progetto vengono dal partito del Congresso nepalese che condiziona il suo appoggio alla consegna da parte delle milizie maoiste delle loro armi al governo. Ma i vertici del partito maoista Ucpn hanno replicato che affinché questo possa avvenire deve essere avviato il previsto processo di integrazione.

mercoledì 25 maggio 2011

Maoisti indiani uccidono 9 agenti

I maoisti indiani hanno ucciso oggi nove agenti di polizia, tra cui un ispettore, nello stato orientale del Chhattisgarh. Lo riferisce l'agenzia Pti. L'attacco è avvenuto in un remoto distretto confinante con il vicino Orissa, in un'area che fa parte del cosiddetto «corridoio roso» controllato dai «naxaliti», come vengono chiamati i maoisti indiani, che si estende dal Nepal fino all'India centrale. Un veicolo con a bordo una pattuglia, che stava perlustrando la zona in seguito a una segnalazione di movimenti sospetti, è saltato
su una mina azionata a distanza dai guerriglieri.



venerdì 20 maggio 2011

Il Dalai LAma può tornare in Cina!?

«Le porte del Tibet per il Dalai Lama sono sempre aperte, se vuole ritornare in Cina». Lo ha detto stamattina
in conferenza stampa a Pechino Padma Choling, presidente della Regione Autonoma Tibetana. Per Padma Choling, il leader dei tibetani in esilio non ha fatto nulla di buono per i tibetani da quando ha lasciato il paese nel 1959 e «dipende dal Dalai Lama stesso se vuole tornare o no, le porte sono aperte e lui conosce la posizione del governo centrale». Per il presidente dell'autorità tibetana cinese, il Dalai Lama «sia se si ritiri o no, non gli è permesso di sabotare la vita felice dei tibetani. Io sono il presidente del governo regionale, sono solo io nella posizione di salvaguardare la vita felice dei tibetani». Padma Choling ha anche etichettato come «organizzazione illegale», il governo tibetano in esilio a Dharamsala, in India, smentendo la possibilità di contatti e colloqui con o su loro, spiegando che il suo è l'unico governo legale del Tibet e invitando i paesi del mondo a non riconoscere quello in esilio. «Io sono l'ottavo presidente della regione autonoma tibetana, l'unico governo legittimo del Tibet, eletto dai tibetani dal 1959. Si parla di un successore del Dalai Lama, ma successore di chi e quale carica?». Il presidente della regione tibetana ha anche spiegato che se ci saranno colloqui tra il governo cinese e il Dalai Lama, riguarderanno solo il suo futuro e quello delle persone a lui vicine, ma non sul governo in esilio.

sabato 14 maggio 2011

Himalaya: incidente durante spedizione italo-svizzera

Sono sempre senza esito le ricerche del cameraman tedesco Daniel Ahnen, caduto mercoledì in un crepaccio sull'Himalaya mentre stava accompagnando la spedizione dell'alpinista elvetico Roger Schaeli e dell'altoatesino Simon Gietl sull'Arwa Spire (6090 metri). Le operazioni di soccorso per il momento non hanno infatti dato esito e con ogni ora che passa diminuiscono le possibilità di trovarlo vivo. Schaeli e Gietl, che hanno interrotto la scalata, sono le nuove star dell'arrampicata in velocità: in febbraio hanno scalato la parete nord dell'Eiger in 4 ore 25 minuti.

martedì 10 maggio 2011

...morte "annunciata" sull'Everest

Un ex ministro nepalese di 82 anni con il sogno di diventare il più anziano scalatore a conquistare l'Everest è morto oggi mentre tentava l'impresa. Lo riferisce il quotidiano -The Himalayan Times.

Shailendra Kumar Upadhyay si trovava ad un'altitudine di 6350 metri quando è stato colto da un malore causato dalla mancanza di ossigeno. Una squadra di soccorso è stata inviata dal campo base per recuperare il corpo.

Upadhyay, ex ministro degli esteri alla fine degli anni Ottanta e prima ex ambasciatore alle Nazioni Unite, accarezzava da tempo il sogno di battere il primato appartenente a un nepalese di 76 anni, il più anziano alpinista a scalare l'Everest nel 2008.

Era partito per la sua missione a metà aprile e si trovava tra il campo base e il "Camp 1", la prima tappa della salita sul versante nepalese. Secondo un funzionario governativo, l'ottuagenario "stava tornando al Camp 1" forse per via del maltempo.

La notizia del decesso è stata confermata dal presidente della Mountaineering Association, Zimba Zangbu Sherpa, secondo il quale "a provocare il decesso è stato il mal d'altitudine e la carenza di ossigeno".

lunedì 9 maggio 2011

Un deposito per scorie nucleari in Mongolia

Un deposito di scorie nucleari potrebbe essere costruito in Mongolia. Rappresentanti del Governo mongolo, statunitense e nipponico hanno intavolato delle discussioni su questo tema, proprio pochi giorni prima del devastante terremoto che ha interessato lo scorso 11 marzo il nord del Giappone. La notizia è stata però stata resa nota solo oggi dal quotidiano giapponese Mainichi, il quale ha specificato che una decisione definitiva non è stata ancora presa.

La struttura consentirebbe a Tokyo e Washington di competere con più efficacia con la Russia, che offre già alle sue aziende atomiche la possibilità di depositare le scorie sul suo territorio.

Da parte sua, la Mongolia prevede di avere il suo primo impianto nucleare pronto entro il 2020.

lunedì 2 maggio 2011

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha rivolto un appello ai partiti del Nepal

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon ha rivolto un appello ai partiti del Nepal per continuare il
processo di pace e varare una nuova costituzione prima della scadenza del 28 maggio. In un comunicato, il responsabile del Palazzo di Vetro chiede «il massimo impegno» per raggiungere un compromesso sui nodi centrali, «incluso l'integrazione e la riabilitazione dei guerriglieri maoisti e la fondamentale questione della nuova costituzione». Ban Ki-moon ha poi sottolineato che «il processo di pace è in ritardo e incompleto a causa delle divisioni tra i partiti» sulla forma da dare alla giovane repubblica nepalese e sul destino delle
milizie maoiste. Le divergenze fra i tre principali gruppi, gli ex ribelli, i comunisti e i conservatori, avevano portato lo scorso 15 gennaio alla chiusura della missione delle Nazioni Unite incaricata di sorvegliare il disarmo delle parti in conflitto. Dopo i fallimenti di un anno fa, l'assemblea costituente eletta nel 2008, aveva fissato un nuovo termine per il varo di una carta costituzionale. Ma a meno di un mese dalla scadenza permangono ancora profonde spaccature tra l'opposizione maoista e i due partiti che sono guidano attualmente governo. Tuttavia, proprio ieri, il partito maoista guidato dall'ex guerrigliero Prachanda ha
ammorbidito la propria posizione affermando di essere disponibile a «seri colloqui» e pronto «a prendere decisioni coraggiose».

Eletto il sucessore politico del Dalai Lama

La riforma auspicata dal Dalai Lama, che ha scelto di concentrarsi sulla sua attività spirituale lasciando le
responsabilità politiche a una personalità eletta, ha cominciato a prendere forma oggi con l'annuncio dell'elezione di Lobsang Sangay, giurista e ricercatore dell'Università di Harvard, quale nuovo primo ministro (Kalon Tripa) del governo tibetano in esilio. Sangay ha infatti vinto le elezioni a suffragio diretto organizzate il 20 marzo scorso, succedendo a Samdhong Rimpoche e diventando così il terzo primo ministro ad assumere l'incarico da quando nel 2001 è stato introdotto questo metodo di consultazione democratica.
Il neo eletto premier, che ha 43 anni, ha superato altri due aspiranti alla carica ottenendo il 55% dei 49.189 voti espressi in oltre 30 paesi (sui 83.399 registrati), e superando agevolmente Tethong Tezin Namgyal, laureato della Standford University, e Tashi Wangdi, rappresentante tibetano a Bruxelles, New Delhi e New York. Annunciando questo risultato a Dharamsala, dove ha sede il governo tibetano in esilio, il capo della Commissione elettorale, Jamphel Chosang, ha sottolineato che «dopo la decisione formalizzata in marzo del Dalai Lama di rinunciare al suo ruolo di guida politica, la consultazione per l'elezione del nuovo capo del governo ha assunto una portata storica». Inoltre, hanno notato gli analisti, è la prima volta che sulla scena dell'esilio tibetano, affollata finora di personalità religiose in età spesso avanzata, si propone la figura di giovane manager formatosi negli Stati Uniti. Nella prima reazione dopo aver appreso i risultati del voto, Sabgay ha detto fra l'altro: «Il vostro ampio sostegno è emozionante, ed io farò quanto mi è possibile per non deludere le vostre aspettative». «Rivolgo un appello - ha concluso - a tutti i tibetani ed agli amici del Tibet ad unirsi a me nello sforzo comune per alleviare le sofferenze dei tibetani nel Tibet occupato e per permettere il
ritorno di Sua Santità nel posto a cui ha diritto: il Palazzo di Potala». Nato a Darjeeling (Stato indiano del West Bengala) nel 1968, Sabgay non ha mai visitato il Tibet ed in una recente intervista si è detto convinto della bontà della strategia della «via di mezzo» propugnata dal Dalai Lama. Ossia il raggiungimento di una autonomia del Tibet all'interno della Cina, piuttosto che una vera e propria indipendenza.

mercoledì 6 aprile 2011

Morto monaco tibetano picchiato da cinesi

Un monaco tibetano che era stato duramente picchiato e torturato dalla polizia cinese per il suo ruolo nella pacifica manifestazione di protesta a Labrang Tashikyil nel nord-est del Tibet nel 2008, è morto a seguito delle ferite e delle conseguenze di quelle percosse. Lo riferisce il governo tibetano in esilio, spiegando che la morte è avvenuta lo scorso 3 aprile ma se ne è avuta notizia solo oggi. Jamyang Jinpa, 37 anni, era stato tra quei monaci del monastero di Labrang, che aveva parlato apertamente ad un gruppo di giornalisti stranieri della soppressione dei diritti umani e della libertà religiosa a Labrang Tashikhyil il 9 aprile 2008, sfidando le forze di sicurezza cinesi. Dopo la loro protesta in quel giorno, quasi tutti i monaci andarono a nascondersi per sfuggire alla repressione. Jinpa fu tra i pochi a scegliere di rimanere nel monastero. La polizia cinese da allora ha fatto ripetutamente irruzione nella sua stanza e gli ha rotto le mani e le gambe, torturandolo di continuo per oltre dieci giorni, per poi affidarlo alla sua famiglia. Da allora, e per gli ultimi tre anni, i suoi vecchi genitori hanno fatto del loro meglio per dargli cure mediche fino allo scorso tre aprile quando il monaco è deceduto. Jinpa era molto conosciuto nel monastero in quanto lavorava come guida per gli stranieri essendo uno dei pochi a parlare anche un po' di inglese.

lunedì 4 aprile 2011

Scossa di magnitudo 5,7 al confine tra Nepal e India

Una scossa di magnitudo 5,7 sulla scala Richter ha interessato oggi alle 17.02 locali (le 13.31 in Svizzera) una zona della frontiera fra l'India ed il Nepal, con un tremore avvertito anche nei palazzi alti di New Delhi. Lo riferisce l'agenzia di stampa Ians. Secondo il Dipartimento meteorologico indiano, l'epicentro si trova nello Stato settentrionale indiano di Uttarakhand, ad una profondità di 10 chilometri, e a 129 chilometri ad est della città di Rudrapur. Per il momento non si hanno notizie di danni alle cose o alle persone.

mercoledì 30 marzo 2011

Dalai Lama: formata commissione riforma costituzione

Una Commissione di cinque membri che ha il compito di riformare la Carta dei tibetani in esilio, in modo da rendere operative le dimissioni del Dalai Lama dagli incarichi politici finora da lui ricoperti, e' stata formata a
Dharamshala, sede del governo tibetano in esilio. Lo scrive oggi l'agenzia di stampa indiana Pti.Con il nome di 'Comitato per il progetto di emendamento della Costituzione', l'organismo ha come membri il presidente del Parlamento, Penpa Tsering, il premier Samdhong Rinpoche, il vicepresidente del Parlamento, Dolma Gyari, il ministro dell'Istruzione, Thupten Lungrik, e l'ex presidente del Parlamento, Pema Jungney.
Il 25 marzo scorso le dimissioni presentate dal Dalai Lama sono state accettate dal Parlamento che le aveva in un primo tempo respinte. aprendo la strada alla riforma costituzionale. Il neonato Comitato deve presentare le proposte l'11 aprile prossimo e le stesse saranno sottoposte ad una sessione speciale del Parlamento che sara' convocata per la fine di maggio.

lunedì 28 marzo 2011

Nepal: un morto in attentati

Una serie di attentati su autobus hanno colpito negli ultimi giorni il Nepal meridionale, ed in particolare i distretti della regione del Terai, causando almeno un morto e decine di feriti. Lo riferisce oggi la stampa a Kathmandu. Alcune fonti sostengono che almeno tre persone avrebbero perso la vita a causa dell'ultima esplosione, avvenuta ieri sera su un autobus in viaggio nella città di Butwal. Nessuno ha rivendicato finora queste azioni terroristiche su automezzi per il trasporto di passeggeri avvenute anche venerdì e sabato a Rautahat e Banke.

giovedì 24 marzo 2011

Nepal: nella capitale protestano i cristiani

Centinaia di cristiani hanno protestato ieri nella capitale per chiedere al governo locale un posto dove seppellire i propri morti.  Con lo slogan “abbiamo diritto a seppellire i morti, dove’è il nostro cimitero”,  circa mille manifestanti hanno bloccato parte del centro di Kathmandu, sfilando davanti agli uffici governativi con delle bare vuote. La protesta avviene dopo l’ennesimo scontro tra cristiani e autorità del tempio indù di Pashupatinath. Queste  non vogliono concedere la vicina foresta di Shleshmantak come cimitero, nonostante la sentenza della Corte suprema che lo scorso 20 marzo ha ordinato ai leader indù di non vietare le sepolture. Per evitare nuove polemiche, il governo ha promesso che assegnerà un nuovo sito entro il 25 marzo.

martedì 22 marzo 2011

Dalai Lama: un comitato ristretto deciderà la transizione

Il Parlamento del governo tibetano in esilio ha deciso di affidare a un comitato ristretto la questione della transizione dei poteri politici del Dalai Lama a un rappresentante democraticamente eletto. Lo riferisce oggi l'agenzia Pti. Secondo il deputato Dhawa Tsering, l'organismo, presieduto dal primo ministro, «dovrà presentare le sue conclusioni mercoledì prossimo». L'assemblea legislativa di Dharamsala-McLeodganj, nel nord dell'India, ha discusso oggi le diverse ipotesi per mettere in atto la volontà del Dalai Lama di abbandonare il suo potere temporale come annunciato lo scorso 14 marzo. La decisione è stata accettata dal Parlamento dopo che lo stesso leader tibetano aveva respinto una risoluzione in cui gli si chiedeva di cambiare idea. Secondo il presidente della Camera, Penpa Tsering, nei prossimi giorni, i deputati dovranno decidere se avviare un processo di riforme costituzionali che difficilmente potrebbe concludersi prima della fine della 14 esima legislatura prevista a maggio oppure mettere in atto una soluzione di compromesso devolvendo a rappresentati eletti la gestione degli affari politici e riducendo quindi i poteri del Dalai Lama.
Proprio ieri, i tibetani sono andati al voto per il rinnovo del Parlamento e del primo ministro, che alla luce delle proposte, assumerà molto probabilmente più poteri nella guida del movimento che conta circa 140 mila esuli in India e nel mondo

lunedì 21 marzo 2011

Tibetani alle urne per il rinnovo del Parlamento

Oltre 80'000 tibetani in India e nel resto del mondo sono stati chiamati alle urne ieri per il rinnovo del Parlamento e del primo ministro. Il nuovo capo del Governo potrebbe sostituire il Dalai Lama dopo le sue dimissioni da capo politico della comunità.

Oltre al successore dell'attuale premier Samdhong Rimpoche, saranno eletti anche 43 deputati dell'assembleao di Dharamsala, la città settentrionale indiana dove dal 1959 ha sede il Governo
tibetano in esilio.

Le votazioni si sono tenute, oltre che in India, anche nei centri della diaspora tibetana in Bhutan, Stati Uniti, Europa, Australia, Giappone e Russia. In Nepal, dove risiedono circa 20'000 rifugiati, il voto è stato vietato dal Governo di Kathmandu probabilmente a causa delle pressioni cinesi che sono molto forti nell'ex regno himalayano.

Secondo la stampa locale, il favorito dei tre candidati in lizza è Lobsang Sangay, 43 anni, laureato ad Harward, che era risultato in cima alle preferenze nella prima tornata di voto lo scorso ottobre. I risultati finali saranno annunciato il 27 aprile.

sabato 19 marzo 2011

Irremovibile la posizione del Dalai Lama

Il Dalai Lama ha rigettato oggi una risoluzione del Parlamento tibetano che gli chiedeva di non dimettersi da capo politico della comunità. Lo riferisce il sito internet dei rifugiati tibetani Phayul. In una lettera inviata
all'assemblea legislativa che è in corso a Dharamsala (la sede del governo tibetano in esilio nel nord dell'India), il settantacinquenne monaco conferma la sua decisione del 14 marzo di cedere i poteri a un leader democraticamente eletto. Proprio domani, i tibetani della diaspora andranno alle urne per la terza volta dal
2001 per eleggere un nuovo primo ministro e nuovi rappresentanti. «Il potere esercitato da un leader spirituale o da monarchi fa parte di un concetto antiquato» ha detto oggi il 14esimo Dalai Lama, Tenzin Gyatso, a migliaia di fedeli riuniti nel tempio principale di Dharamsala per un sermone religioso. «Siamo ormai nel 21esimo secolo, e prima o poi vuole un cambiamento. Meglio prepararci ora, prima che sia troppo tardi» ha aggiunto ricordando che la figura del Dalai Lama ha iniziato a rivestire un ruolo politico dal 1642, da quando il Quinto Dalai Lama ha assunto il potere in Tibet.
Il Premio Nobel per la pace ha poi aggiunto che la sua decisione non implica il dissolvimento dell'istituzione del Dalai Lama «che è una entità spirituale e continuerà a essere tale». Se passa la riforma, «io mi potrò concentrare con più attenzione sul mio ruolo spirituale». Il leader tibetano ha inoltre promesso alla sua gente che non rinuncerà a lottare per la causa del Tibet e ha riaffermato la sua visione pragmatica della «via di mezzo», ovvero di rivendicare un'autonomia genuina della regione tibetana.


venerdì 18 marzo 2011

Il Dalai Lama ha respinto oggi gli appelli del parlamento tibetano

Il Dalai Lama ha respinto oggi gli appelli del parlamento tibetano che gli ha chiesto di riconsiderare la sua decisione di abbandonare le sue funzioni politiche in seno al movimento tibetano. «No, ci ho pensato per molti anni....la mia decisione è la migliore a lungo termine» ha detto il Dalai Lama rispondendo a domande dei giornalisti. Il leader spirituale dei tibetani e premio Nobel per la pace, 75 anni, aveva annunciato la settimana scorsa l'intenzione di abbandonare il suo ruolo politico in seno al movimento dei tibetani in esilio.

giovedì 17 marzo 2011

Tibet: si dà fuoco un monaco tibetano

Un monaco tibetano è morto dopo essersi dato fuoco in un mercato nei pressi del suo monastero, ad Amdo Naga (Aba per i cinesi), in ricordo del terzo anniversario dalle sanguinosa repressione delle proteste tibetane del 16 marzo 2008. Lo riferisce il sito di dissidenti tibetani Phayoul. Secondo le informazioni il monaco, Phuntsok, un giovane di soli 21 anni, avrebbe effettuato nel mercato una personale protesta a conclusione della quale si sarebbe dato fuoco. La polizia cinese è arrivata in pochi minuti ma quando gli agenti hanno cercato di caricare il giovane su un'autovettura della polizia, un gruppo di tibetani lo ha impedito. La folla è aumentata in poco tempo. Il giovane monaco è stato portato nel suo monastero dove è morto poco dopo a causa delle gravi ustioni. Centinaia di tibetani inferociti si sono allora riuniti nel mercato principale per protestare contro il governo cinese cantando slogan antigovernativi, ma sono stati dispersi poco dopo dalle forze dell'ordine. Centinaia di tibetani sono stati arrestati e numerosi altri sono rimasti feriti, colpiti dai bastoni degli agenti. Il 16 marzo del 2008 la Pap (People armed police) cinese aprì indiscriminatamente il fuoco contro protestanti inermi uccidendo 7 monaci del monastero di Ngaba Kirti (lo stesso del monaco deceduto oggi). L'incidente avvenne dopo una regolare sessione di preghiera presso il monastero al termine della quale i monaci iniziarono una protesta spontanea e pacifica cantando slogan e invocando l'indipendenza del Tibet e il ritorno del Dalai Lama.

mercoledì 16 marzo 2011

Nepal: ritirate le banconote con effige del re

La Banca centrale del Nepal ha deciso che da  oggi non saranno più accettate le vecchie banconote raffiguranti i  monarchi dell'ex regno himalayano, ma solo quelle nuove dove compare il Monte Everest. Lo riferisce il quotidiano The Himalayan Times precisando che le vecchie monete hanno ancora corso legale e che potranno essere cambiate nei prossimi giorni. Come prevedibile, la scadenza ha scatenato un assalto agli
sportelli delle banche che sono abilitate a cambiare le rupie nepalesi con l'effige degli ex sovrani. La fonte riferisce di lunghe code nella capitale Kathmandu. La banca centrale aveva già imposto un termine lo scorso ottobre, ma in circolazione è rimasta una notevole quantità di vecchie banconote causando una grande confusione. La monarchia nepalese è stata abolita nel 2008 dopo una rivolta popolare guidata dai maoisti
culminata con la detronizzazione del re Gyanendra, oggi relegato senza alcun privilegio in un palazzo vicino a Kathmandu. Da allora il governo, che deve ancora completare il processo di transizione verso il sistema repubblicano, ha rimosso statue e effigi dei monarchi e anche la parola «reale» dal nome di diverse istituzioni
pubbliche, compresa la compagnia aerea nazionale.

Il Parlamento tibetano in esilio si riunisce

Il Parlamento in esilio tibetano ha  cominciato oggi una cruciale riunione in cui dovrà esaminare la mozione del Dalai Lama contenente le sue dimissioni e la proposta di  trasferimento dell'autorità politica ad un esponente
«democraticamente eletto». Lo riferiscono i media a New Delhi. Anticipata come una ipotesi in novembre, la decisione di  dimettersi dal ruolo politico è stata formalizzata dalla Guida  spirituale dei tibetani, che ha 75 anni, giovedì scorso. Fonti del governo in esilio hanno confermato oggi che «Sua  Santità il Dalai Lama invierà un messaggio al Parlamento in esilio  oggi in cui si chiede di accettare la sua decisione di abbandonare
le responsabilità politiche. Il messaggio sarà letto dal presidente del Parlamento, Penpa Tsering». In esso si dice fra l'altro: «L'essenza di un sistema democratico  e, in sintesi, l'assunzione di responsabilità politiche da parte di  leader eletti dalla volontà popolare. Per completare il nostro  processo di democratizzazione, è arrivato il momento per me di  restituire la mia autorità formale ad una simile leadership eletta». L'esito di questa richiesta è molto incerto perchè sia il premier  tibetano in esilio Samdhong Rinpoche sia molti parlamentari si sono  detti contrari ad un passo indietro del Dalai Lama. Quella  cominciata oggi è l'ultima sessione del 14/o Parlamento in esilio, che dovrà anche procedere al rinnovo dei suoi organi.

giovedì 10 marzo 2011

India: il Dalai Lama lascia la politica

Il Dalai Lama ha annunciato giovedì la sua intenzione di dimettersi dal ruolo di leader politico dei tibetani per far posto a un suo successore eletto liberamente dal Parlamento. La decisione non giunge inaspettata, il capo spirituale infatti aveva già anticipato questa sua posizione nel corso di un'intervista lo scorso 21 novembre. Il premio Nobel per la Pace è stato nominato guida temporanea del Tibet nel 1950. Nel 1959, a causa dei cinesi, lascia il suo paese e si rifugia a Dharamsala, in India, dove risiede tuttora con il Governo in esilio.

Articolo e servizio televisivo e radiofonico sulla RSI:
http://info.rsi.ch/home/channels/informazione/info_on_line/2011/03/10--Il-Dalai-Lama-si-ritira-Si-dime

lunedì 7 marzo 2011

Nessun turista in Tibet nel mese di marzo

Il Tibet sarà chiuso ai turisti stranieri per tutto il mese di marzo, quando cade il terzo anniversario della rivolta del 2008. "L'ufficio del turismo non darà permessi a stranieri per visitare il Tibet in marzo", ha dichiarato un funzionario dell'agenzia responsabile dei viaggi turistici nel territorio.

"Per quanto riguarda aprile - ha aggiunto - aspettiamo ancora istruzioni". La notizia è stata confermata da agenzie turistiche private di Pechino.

La rivolta del 2008, iniziata nella capitale Lhasa e allargatasi poi ad altre aree a popolazione tibetana della Cina ha causato la morte di una ventina di persone, secondo la versione del governo cinese. I gruppi tibetani in esilio sostengono che le vittime sono state più di 200.

venerdì 4 marzo 2011

Condannato monaco bhutanese

- Un monaco del Bhutan, arrestato oltre un mese fa per possesso illegale di un importante quantitativo di gomme da masticare al tabacco, e' stato condannato a tre anni di carcere da un tribunale di Thimphu. Lo scrive oggi il quotidiano locale Kuensel. Sonam Tshering, 23 anni, e' stato bloccato il 24 gennaio scorso ad un posto di frontiera mentre rientrava a piedi dall'India e trovato in possesso del prodotto, in violazione della Legge per il controllo del tabacco approvata nel 2010, che prevede durissime pene per i trasgressori. Dopo aver preso conoscenza della sentenza, la prima dall'adozione della nuova legge, il giovane monaco, trattenendo a stento le lacrime, ha detto che ''se avessi saputo della sua esistenza, non l'avrei certo trasgredita. Dovevo essere punito, ma non in modo cosi' pesante''. Durante l'interrogatorio, Tshering ha sostenuto di non essere stato a conoscenza di una legislazione riguardante l'uso del tabacco e che comunque le gomme da masticare erano per il suo consumo personale di un anno. Pur avendo indicato la persona che gli ha venduto il prodotto sequestrato, il giudice gli ha inflitto tre anni di prigione, che sarebbero stati inferiori se fosse stato possibile catturare il fornitore. Nel 2005, nello spirito del suo piano denominato Prodotto nazionale della felicita' (Gnh) (indice alternativo al piu' tradizionale Prodotto interno lordo, Pil), il governo bhutanese ha proibito la vendita di tabacco, ponendo rigide regole per i fumatori e stabilendo forti tasse per l'importazione di tabacco dall'estero. La Legge per il controllo del tabacco e' stata considerata troppo ''draconiana'' dal leader dell'opposizione in Parlamento, Tshering Tobgay. Per lui, ''l'obiettivo che si pone la legge e' molto buono, ma essa impone pene esagerate per quanti violano le sue disposizioni, e questo a mio avviso non e' in linea con i principi del nostro Prodotto nazionale di felicita'''

"Pulizie primaverili" sull'Everest

Un gruppo di sherpa nepalesi hanno annunciato che sono in corso preparativi per una campagna di pulizia dell'Everest, che con i suoi 8.848 metri, è la montagna più alta del mondo. Lo scrive oggi il quotidiano E-Kantipur.

Nel corso di una conferenza stampa a Charikot, nel nord-est del Nepal, gli sherpa Pemba Dorge e Pemba Chhri, ambasciatori di buona volontà del governo, hanno precisato che la missione verrà
realizzata nell'ambito del programma denominato Anno del Turismo del Nepal (Nyt) 2011.


"Lavoreremo sull'Everest per due mesi - ha detto Pemba Dorge -per raccogliere con l'aiuto di altri sherpa la grande quantità di spazzatura lasciata là dagli scalatori e alla fine porteremo a
Kathmandu il risultato della nostra raccolta per stigmatizzare i cattivi comportamenti di chi affronta la scalata di questa montagna".


Durante la conferenza stampa gli sherpa Migmagyaljen e Phurwatenji hanno annunciato il loro progetto di realizzare durante la campagna un nuovo record di permanenza in vetta per 24 ore
(l'attuale primato è di 21).


Da parte sua Pemba Dorge ha rivelato di volere tentare quest'anno la scalata dell'Everest e del Lhotse (quarta vetta del mondo di 8.516 metri) con un intervallo di sole 24 ore.

giovedì 3 marzo 2011

E' donna il nuovo segretario dell'Associazione sud-asiatica

Per la prima volta nella sua storia  l'Associazione sud-asiatica per la cooperazione regionale (Saarc) ha
un segretario generale donna. Si tratta di Fathimath Dhiyana Saeed, rappresentante delle Maldive, che è giunta a Khatmandu per assumere  ufficialmente l'incarico assegnatogli in un recente vertice dell'organizzazione in Bhutan. La stampa nepalese sottolinea oggi che Saeed non è solo la prima  donna al timone dell'organismo di cooperazione regionale sud-asiatica ma che con i suoi 30 anni è anche la persona più giovane designata finora per questo ruolo. Laureatasi in Legge in Giappone, il nuovo segretario generale
della Saarc aveva ricoperto fino a poco tempo fa l'incarico di  Procuratore generale delle Maldive. Ufficialmente al lavoro dall'1 marzo, la Saeed resterà alla guida dell'organismo per tre anni. Creata nel dicembre del 1985, la Saarc raccoglie nel suo seno gli  otto paesi dell'Asia meridionale (Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan e Sri Lanka).

mercoledì 2 marzo 2011

Annapurna, strage per un afrodisiaco e processo mai iniziato

Si chiama Yarsagumba ed è conosciuto al mondo come “Viagra himalayano”. E’ un fungo, che cresce sulla larva mummificata della farfalla himalayana, con eccezionali proprietà afrodisiache: il suo prezzo supera quello dell’oro. Ma si dice che porti sfortuna. Non a caso, è al centro di uno dei più feroci delitti che le cronache abbiano visto nella storia dei villaggi nepalesi d’alta quota: quello di Nar, alle pendici dell’Annapurna.

Nar sorge a 4000 metri di quota, nel distretto del Manang. E’ una delle zone più fertili per lo Yarsagumba, che qui è fonte di sostentamento per numerosi villaggi: ognuno ha la propria zona di raccolta del prezioso fungo, che viene venduto profumatamente oltreconfine: è uno degli elementi fondamentali della medicina cinese. Nel giugno del 2009, alcuni contadini della tribù di Gurkha si infiltrarono nella zona per raccogliere il prezioso fungo. Gli uomini di Nar, venuti a conoscenza delle loro intenzioni, si unirono in una piccola armata e, armati di bastoni, rocce e attrezzi agricoli, assalirono il campo allestito dagli “intrusi”. Fu una strage. I sette Gurkha furono trucidati: due di loro lanciati in un crepaccio e altri 5 lapidati e fatti a pezzi, poi gettati in un fiume glaciale. Dopo il delitto, gli abitanti di Nar si riunirono in una specie di conclave, ripromettendosi che non avrebbero mai detto a nessuno cosa era capitato. Ma, dopo un mese, la storia venne a galla. Altri membri della tribù Gurkha vennero a chiedere notizie dei compagni e qualcuno confessò, facendo trovare loro i due corpi lanciati nel crepaccio, ormai in fase di decomposizione. I Gurkha, inorriditi, scesero al villaggio di Chame per denunciarli. La polizia, rinvenuti i corpi, arrestò tutto il villaggio di Nar per poi rilasciare donne e bambini.

Arresto a Nar

A Chame non c’era mai stata una prigione. I crimini violenti erano pressochè sconosciuti alla popolazione, prevalentemente buddhista e di solito non violenta. Così rinchiusero gli arrestati, in totale 36 uomini, in una scuola in attesa del processo. Tutti negano il delitto e dicono che le vittime sono morte accidentalmente quando è scoppiata una battaglia sul diritto di raccogliere lo Yarsagumba. Ma questo dovrà essere provato dalla legge. Peccato che il processo non sia ancora stato celebrato: i giudici e gli avvocati non si sono presentati al tribunale deputato, che sorge a 2 giorni di cammino dalla prima strada carrozzabile. Già per tre volte, l’ultima pochi giorni fa, la causa è stata rimandata a causa di questa assenza. La prossima data utile è fissata per il 30 marzo 2011. Nel frattempo, Nar è diventato un villaggio fantasma. Pochi sono stati rilasciati e senza la popolazione maschile, l’economia si è fermata: nessuno costruiva case, nessuno conosceva a fondo le proprietà, poche donne potevano sostituire i mariti nei lavori che gli spettavano. Si dice che questa non sia la prima strage legata alla raccolta del prezioso Yarsagumba, che forse anche per questo nel resto del Nepal è associato alla sfortuna e ad un kharma negativo. Per gli anziani buddhisti, raccoglierlo e commerciarlo era considerato peccato. Ma le nuove generazioni hanno avuto meno remore, e in caso di controversie tutto si sistemava all’interno delle comunità: vivendo in zone remote, secondo proprie tradizioni, risolvevano le cose fuori dal sistema giudiziario nazionale. Molti abitanti di queste zone remote parlano addirittura una lingua molto diversa dal nepalese. Lo Yarsagumba, nella medicina cinese, è considerato un potente afrodisiaco ed un elisir di gioventù. Si dice prolunghi la virilità nelle lunghe notti invernali dell’Himalaya, ma la sua assunzione deve avvenire in modo costante. Di solito viene assunto in piccole dosi, sbriciolato tra i cereali o nelle minestre. Che si tratti di un mito? Pare di no. Uno studio della Stanford Medical School ha riscontrato un aumento di ormoni nelle urine di chi lo ha assunto. Alcuni test su animali alimentati con lo Yarsagumba hanno dimostrato una riduzione del tempo di recupero dopo un orgasmo e una maggior produzione di liquido seminale. Qualcuno ha provato a coltivarlo, ma gli effetti riscontrati sono stati molto minori: non resta, quindi, che dare la caccia allo Yarsagumba selvatico, che cresce solo oltre i 3.500 metri, in alcune zone del Nepal e del Tibet. Ma guardatevi le spalle…

Sara Sottocornola

Il Nepal riduce il numero dei campi profughi bhutanesi

Il Governo nepalese è impegnato a ridurre a due gli attuali sette campi profughi bhutanesi presenti in Nepal orientale nel corso dei prossimi due anni. E' quanto si legge in una nota di Jay Mukunda Khanal, responsabile dell'unità nazionale per il coordinamento dei rifugiati in Nepal, diffusa dall'agenzia Irin. "Visto il gran numero di persone presenti nei campi, speriamo di riuscire in questa impresa entro il 2012" ha detto Khanal. Conosciuti in Bhutan come “Lhotsampas”, i rifugiati sono cittadini bhutanesi di origine nepalese che vivono nei campi dai primi anni '90 in seguito allo sfollamento di 108 mila persone dalle loro abitazioni da parte del governo bhutanese. Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), dal 2007 sono stati reinsediati in paesi terzi più di 43.500 rifugiati bhutanesi. Fino al 28 febbraio, gli Stati Uniti ne avevano accettato la maggior parte (oltre 37 mila), seguiti da Canada, Australia, Nuova Zelanda, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi e Regno Unito. Attualmente nei sette campi di Beldangi I, Beldangi II, estensione del Beldangi II, Khudunarabari, Timai e Goldhap (tutti nel distretto di Jhapa) e Sanischare (nel distretto di Morang), ci sono 69,203 profughi. Di tutti gli abitanti dei campi il 75% ha espresso il desiderio di essere reinsediato in paesi terzi. L'UNHCR sta cercando di negoziare con il governo sul processo di pianificazione, nel tentativo di assicurare che venga mantenuto lo stesso livello di servizi e di assistenza per i rifugiati, quando i campi saranno ridotti a due.

mercoledì 23 febbraio 2011

mercoledì 16 febbraio 2011

Nuova ferrovia tra Lhasa e sede del Panchen Lama

La Cina completera' entro il 2015 una nuova linea ferroviaria che colleghera' Lhasa, la capitale del Tibet, a Shigatse, sede del monastero del Panchen Lama, uno dei leader religiosi piu' importanti nel buddhismo tibetano. Lo afferma oggi la stampa cinese.  Il progetto, che costera' 13,3 miliardi di yuan (1,4 miliardi di euro) e' un' estensione della ferrovia ''piu' alta del mondo'' che dal 2006 collega Lhasa a Pechino. La ferrovia e' stata criticata da gruppi di esuli tibetani secondo i quali e' destinata ad accelerare la ''colonizzazione'' del Tibet da parte degli immigrati cinesi. Gli stessi gruppi sostengono che i massicci investimenti decisi dal governo centrale dopo la rivolta popolare del 2008 tendono in realta' ad arricchire gli immigrati e le imprese cinesi e che i loro benefici non raggiungono la popolazione locale. La nuova linea, la cui costruzione e' iniziata in settembre, sara' lunga 253 chilometri. ''La nuova ferrovia, insieme al nuovo aeroporto che ha aperto in novembre, avra' un ruolo importante nello sviluppo del turismo e nell' accelerare i trasporti delle risorse naturali'', secondo l' agenzia Nuova Cina.

Muore un nipote del Dalai Lama

Un nipote del Dalai Lama e' morto ieri notte in Florida investito da una macchina durante una marcia per sensibilizzare gli americani sulla necessita' dell'indipendenza tibetana dalla China. Jigme K. Norbu (45 anni) e' stato investito da un Suv mentre camminava sulla linea bianca laterale di una strada ascorrimento veloce nella stesa direzione del traffico. Il guidatore del Suv, un uomo che aveva a bordo anche il figlioletto di cinque anni, non e' stato per il momento accusato di nulla. Norbu viveva a Bloomington, nello stato dell'Indiana, era attivista di un gruppo per il rispetto dei diritti umani ed era da poco partito per una marcia della pace per ricordare il cinquantesimo anniversario della fallita ribellione tibetana contro i cinesi. Era il figlio dell'ultimo dei fratelli del Dalai Lama e in passato aveva gia' partecipato ad analoghe marce negli Stati Uniti.  Il Dalai Lama ha visitato diverse volte Bloomington: la citta' a circa 80 chilometri da Indianapolis e' infatti la sede di un importante centro buddista e di un famoso tempio.

martedì 15 febbraio 2011

Nepal: casinò indebitati

- I casino' di Kathmandu, i piu' antichi del Sud dell'Asia e meta di turisti stranieri, rischiano di chiudere per i debiti contratti con lo stato per il mancato pagamento di affitto e altre royalties.  Il parlamento nepalese, dominato da una maggioranza maoista, potrebbe infatti decidere di revocare le licenze di esercizio dopo che l'ultimatum per il pagamento degli arretrati e' scaduto ieri, come riportano i media locali. I casino, che sono otto nella capitale (e appartengono per lo piu' a gruppi indiani), sarebbero costretti a trasferirsi in altre localita' con ingenti perdite per il settore che impiega 7 mila addetti e rappresenta una popolare attrazione per i giocatori di azzardo della regione, soprattutto quelli provenienti dalla vicina India. Da quando e' caduta la monarchia nel 2006, l'industria dei casino' (vietati ai cittadini nepalesi) e' entrata in crisi per la diminuzione di giocatori e per le rivendicazioni dei sindacati maoisti.

giovedì 10 febbraio 2011

Bhutan e il tabacco vietato

La polizia ha arrestato negli scorsi giorni un monaco buddista trovato in possesso di 72 pacchetti di tabacco da masticare. L'uomo, 23 anni, aveva nascosto il prodotto, considerato illegale nel paese da gennaio, in una borsa sotto i vestiti. Ora rischia fino a cinque anni di prigione.

La strada per abolire completamente il fumo, considerato dannoso per il karma e per la salute dal Governo, passa attraverso il divieto totale di vendita, oltre che di contrabbando.

L'unica possibilità di fumare legalmente nel paese è avere una ricevuta che dimostri che il tabacco è stato acquistato in India, per uso personale, non più di 200 sigarette o 150 grammi di tabacco al mese. Lo stesso vale per i turisti stranieri.

martedì 8 febbraio 2011

Polemiche in Cina per spot pubblicitario

Polemiche in Cina per uno spot pubblicitario andato in onda durante il Super Bowl, la finale del campionato di football americano. Nello spot il noto attore americano Timothy Hutton siede in un ristorante himalayano di Chicago. Mentre un cameriere in costume tipico tibetano gli serve del cibo, l'attore dice che ''la gente del Tibet e' nei guai, la loro cultura e' a rischio''. Ma subito dopo subito aggiunge che essi ''ancora fanno un delizioso pesce al curry''. Questo per promuovere le attivita' della Groupon, la societa' leader mondiale dei gruppi di acquisto, sconti e coupon, che ha voluto lo spot e che sta cercando di sfondare sul mercato cinese dove sono presenti gia' diversi suoi cloni. La messa in onda dello spot ha suscitato le ire sia dei cinesi che dei tibetani. I cinesi hanno rimproverato la societa' per quello che a loro e' sembrata una promozione pro liberta'
del Tibet, mentre gli attivisti tibetani si sono lamentati in quanto lo spot, a loro giudizio, banalizza e involgarisce le sofferenze del loro popolo. Vivek Kumar, co-proprietario del ristorante himalayano dove lo spot e' stato girato, ha detto di essere rimasto molto male dopo aver visto la pubblicita'. ''Quando abbiamo visto la sceneggiatura sembrava diversa la cosa - ha detto Kumar - ma il modo in cui l'hanno girato, il tono con cui le parole sono state pronunciare non rispondono al nostro gusto. E' stato usato il nostro nome ma non e' stato ben presentato. Certamente la cosa puo' risultare offensiva per molta gente''.  Difende invece la campagna pubblicitaria il fondatore e amministratore delegato della Groupon, Andrew Mason che, intervistato dalla alcuni giornali, ha sottolineato in particolare come la sua societa' doni denaro e focalizzi l'attenzione proprio in favore delle problematiche che la si accusa di offendere. Ma le spiegazioni di Mason non sono servite a placare le ire sia degli internauti cinesi che di quelli tibetani. La Groupon e' una societa' basata sul concetto del cosiddetto ''deal of the day'', ovvero dell'offerta di un prodotto (ottenuto tramite dei coupon spendibili in negozi e ristoranti) a prezzi scontati e per un periodo ridotto (di solito 24 ore).

India: sequestrati sei esperti del WWF

Ci sono anche tre donne tra i sei esperti del WWF sequestrati ieri sera in un parco naturale dello Stato
nordorientale indiano dell'Assam, noto per gli elefanti e le tigri. Sono tutti cittadini indiani.
Secondo quanto riporta un portavoce della polizia locale all'agenzia Ians «un gruppo di una ventina di militanti armati ha rapito sei funzionari del WWF mentre stavano conducendo un censimento delle specie protette insieme ad alcuni responsabili locali». La riserva è quella del Manan National Park a circa 200 km dal capoluogo di Guwahati, vicino al confine con il Bhutan. «Nella zona è in corso una massiccia operazione di ricerca», ha detto all'agenzia Kampa Borgoyari, funzionario di un'amministrazione locale che si chiama Bodoland Territorial Council, precisando che «i militanti hanno agito con il viso coperto». Si sospetta il gruppo separatista tribale dei Bodo, il principale attivo nello Stato che proprio oggi aveva annunciato la ripresa della campagna di lotta per l'autonomia dell'omonima regione. Il parco di Manas ospita ben 22 dei 41 animali in via di estinzione in India, tra cui il rinoceronte indiano, tigri e rarissime scimmie.

lunedì 7 febbraio 2011

Nepal: tg a lume di lanterna

Dall'inizio di febbraio il telegiornale serale di un canale televisivo nepalese va in onda alla luce di una
lanterna a petrolio per protestare contro i frequenti «black out» imposti dal governo. Da questo mese le interruzioni di corrente nell'ex regno himalayano hanno infatti raggiunto il record di 12 ore al giorno.
Per attirare l'attenzione sul grave problema, l'emittente privata Kantipur Television (Ktv), una delle principali tv nazionali, ha deciso questa originale forma di denuncia. Nel notiziario delle 19, ribattezzato Laaltin Bullettin (in nepalese «notiziario della lanterna») la conduttrice, nella semioscurità, legge le notizie alla luce fioca di un rudimentale lampada a olio poggiato sul tavolo. «È scandaloso che i nepalesi, anche oggi nel ventunesimo secolo, siano costretti a vivere nelle tenebre a causa dell'incapacità dei nostri amministratori» si legge in un comunicato stampa della rete televisivo che qualche giorno fa ha annunciati la sua bizzarra iniziativa.
«Vogliamo che il governo si impegni a potenziare l'offerta di elettricità quanto prima possibile» ha detto il direttore Tirtha Koirala, aggiungendo che «l'iniziativa ha ricevuto finora il plauso degli spettatori, ma nessuna reazione da parte delle autorità». Lo scorso mese la Nepal Electricity Authority (Nea) aveva deciso di aumentare di un'altra ora (per un totale di 12 ore) la durata dei tagli giornalieri di corrente elettrica, aggravando i disagi per la popolazione costretta a dipendere dall'uso di generatori a diesel per le attività quotidiane. A causa del degrado della rete elettrica e della decennale guerra civile con i maoisti, il Nepal è in grado di soddisfare solo la metà del suo fabbisogno energetico nonostante le grandi potenzialità nel settore dell'energia idroelettrica.

venerdì 4 febbraio 2011

Simone Moro e compagni scampano ad una valanga

Rientro a valle difficile per l'alpinista bergamasco Simone Moro dopo la prima scalata in assoluto in invernale alla vetta del Gaseherbrum II, 8.035 metri, nel Karakorum pakistano. Insieme ai compagni di cordata Denis Urubko e Cory Richards, questa mattina e' partito dal campo 1 per rientrare al campo base ma durante la marcia il gruppo di scalatori e' stato travolto da una valanga. Moro e compagni se la sono cavata con un grande spavento e qualche lieve contusione. Ora sono in salvo al campo base. ''La valanga ci ha travolto tutti e tre - racconta Moro sul suo blog - mentre camminavamo legati. Ci ha trascinati per 150 metri tra blocchi di ghiaccio grandi come automobili. Abbiamo avuto una fortuna mostruosa: poteva ucciderci, invece non ci siamo fatti nulla''. La discesa e' stata complicata anche dal maltempo, con la visibilita' ridotta a pochi metri. ''Siamo arrivati al campo base - prosegue Moro - davvero senza energie. Ci siamo salvati grazie alla forza fisica, all'esperienza e anche alla fortuna''.

Ban Ki-moon soddisfatto per l'elezione di Khanal

Il segretario generale dell'Onu Ban Ki-moon si e' rallegrato per l'elezione ieri di Jhalanath Khanal quale premier del Nepal, perche' cio' ''mette fine ad una prolungata impasse nella formazione del nuovo governo''.
In un comunicato diffuso dall'ufficio delle Nazioni Unite in India si afferma inoltre che l'Onu e' pronto ad appoggiare tutti gli sforzi per completare il processo di pace e giungere all'adozione di una nuova costituzione entro la data fissata del 28 maggio 2011. Il segretario generale, si dice ancora, ringrazia per il raggiungimento di questo significativo obiettivo il Palamento nepalese, i partiti politici ed i loro leader, che hanno contribuito agli sforzi realizzati nella formazione di un nuovo governo. Cio' inoltre, si sottolinea infine, ''permettera' di
raggiungere gli obiettivi fissati nell'Accordo complessivo di pace: l'integrazione e riabilitazione dei combattenti maoisti, la democratizzazione dell'esercito e l'adozione di una nuova costituzione''.

giovedì 3 febbraio 2011

Il Nepal ha un nuovo Primo Ministro

Mettendo fine a sette mesi di impasse, il  Parlamento del Nepal ha eletto oggi primo ministro Jhalnath Khanal, leader del Partito comunista del Nepal (Uml). Lo riferiscono i media a Kathmandu. Nella votazione odierna, la 17/a da quando è cominciata la crisi di governo lo scorso anno, Khanal ha ottenuto 368 voti sui 601 di cui dispone l'Assemblea. Il Partito comunista del Nepal -Ulm è la terza formazione politica per importanza del Parlamento, ma il nuovo premier ha potuto contare sui voti del Partito comunista del Nepal (maoista) di Pushpa Kamal Dahal, conosciuto come Prachanda, che ha il maggior numero di deputati.
Poche ore prima a sorpresa Dahal, che pure aveva presentato la sua candidatura a premier, aveva annunciato il suo ritiro insieme ad una indicazione di voto a favore di Khanal.

mercoledì 2 febbraio 2011

Simone Moro conquista la vetta del Gasherbrum II. Prima scalata invernale in Pakistan

Partito la notte scorsa da campo 3, a circa 7.000 metri di quota, l'alpinista bergamasco Simone Moro
ha raggiunto all'alba di oggi la vetta del Gasherbrum II (8.035 metri) compiendo cosi' la prima scalata assoluta nella stagione invernale di un Ottomila nel KArakorum in Pakistan. Con lui c'erano anche il
kazako Denis Urubko e lo statunitense Cory Richards. Dalla cima Moro ha chiamato con il telefono satellitare la moglie in Italia. ''Non c'e' tempo da perdere - ha riferito -perche' e' previsto forte vento. Dobbiamo scendere il piu' possibile e il piu' velocemente possibile''. La spedizione e' partita il 27 dicembre dall'Italia e ha dovuto affrontare temperature gelide, fino a -50 gradi, e forti venti per poter attrezzare la via fino alla vetta. Per Moro si tratta della terza ''prima assoluta'' in invernale: nel 2005 ha scalato lo Shisha Pangma e nel 2009 il Makalu.

www.simonemoro.com

Sick City, il film di Kathmandu

L’inglese Kerr Murray ha fatto tutto lui, regia e produzione e ha fatto un bel film, nuovo, coinvolgente e appassionato. Uno straniero che è entrato nella vita dura della nuova Kathmandu, una 'Città Malata' (Birami Sahar) come è il titolo, centrato, del film. Facce dure, serie, stanche come quelle dei contadini del Nepal quelle dei risciò men che in una scena bellissima si cofrontono con il nuovo nepalese, vestito come un povero occidentale, perso nei facili guadagni. Il film fa entrare in una Kathmandu diversa in cui le immagini fredde di Thamel, Asan Tole, Basantapur, sostituiscono quelle abituali di affascinanti luoghi di turismo e storia. Si racconta la realtà che è di vite difficili, dure. I giornali nepalesi ne parlano un gran bene: "In Bollywood, it was Danny Boyle’s “Slumdog Millionaire” that brought out the gritty images of Mumbai’s slums to the audience; in Nepal, we now have Murray Kerr’s “Sick City.” The film is even more grounded. No star is mocked in the film, and it has no fairytale ending". Non hanno torto, è uno dei primi film, realistici, sul nuovo Nepal. La musica, un mix fra Nepal e occidente, di un amico Shyam Nepali, della casta bassa de suonatori che, grazie a lavoro e capacità, è diventato una star. Una bella storia.La malattia della città (e del resto del paese) non è curata. Si discute da mesi per il nuovo governo ed è previsto per il 3 fabbraio una nuova sessione dell’Assemblea Costituente, i partiti si frantumano al loro intreno rendendo più difficili le soluzioni. Qualche spiraglio ogni tanto s’apre (è di queste ore l’accettazione dell’UML di un governo a giuda maoista) verso l’unica sponda possibile e saggia: un governo d’unità nazionale a guida maoista, per finire la nuova Costituzione ed indire elezioni.

trailer: http://www.youtube.com/watch?v=dUqhLBqW8ls&feature=related