giovedì 2 settembre 2010

Discutibile progetto quello anticipato dalla Agenzia Nuova Cina in questi giorni. Pechino avrebbe dato il suo avallo per la costruzione di un hotel a 5 stelle all'ingresso del canyon Yarlung Tsangpo, considerato uno dei luoghi più lunghi e profondi al mondo. La lussuosa costruzione dovrebbe sorgere nella remota cittadina di Pai e dovrebbe contare circa 150 stanze.

Il costo per la sua realizzazione è di 11 milioni di euro. L'esigenza di costruire un albergo di questo tenore è stata dettata dalla richiesta di alcuni clienti facoltosi che si lamentavano dell'assenza di un hotel del genere nel Tibet orientale.

La sua gestione sarà in mano a management straniero (quale? le agenzie per ora tengono le bocche cucite). Intanto c'è chi si dice perplesso per la "location" scelta. Secondo l'esploratore Yang Yong la zona è piena di pericolo, nel lungo elenco stilato compaiono: slavine, inondazioni e animali velenosi.

Mongolia interna: coda di 120 kilometri

Sono oltre 10.000 i camion intrappolati in un maxi ingorgo nella Mongolia interna, che hanno formato una coda di almeno 120 chilometri. La televisione cinese Cctv mostra immagini degli automezzi che trasportano
carbone, incolonnati sulla stessa autostrada, la 110, gia' interessata da due maxi ingorghi nelle scorse settimane, tanto che in un primo momento alcune fonti ne avevano parlato come il prolungamento di uno di questi.^Normalmente, questa strada che da Pechino arriva in Mongolia toccando anche la provincia dell'Hebei, viene percorsa dai camion ad una velocita' di 30 chilometri orari. Ma sull'autostrada da mesi sono in corso lavori che dureranno fino alla fine di settembre e che limitano la percorribilita'. Gli accessi alla 110 sono bloccati anche dalle zone limitrofe, mentre solo qualche arteria di ingresso nell'Hebei e' libera. Gli autisti dei camion bloccati nelle code attribuiscono invece l'improvviso aumento del gia' intenso traffico sull'autostrada al boom del trasporto di carbone dalla Mongolia Interna verso la capitale. Il fenomeno sarebbe esploso dopo la chiusura forzata di una serie di miniere illegali nella provincia dello Shanxi, piu' vicina a Pechino, ritenute troppo pericolose. Anche molte delle miniere che dalla Mongolia inviano oggi il loro carbone a Pechino sono illegali, secondo le testimonianze dei camionisti. Le miniere di carbone cinesi sono spesso gestite da imprenditori improvvisati che trascurano le piu' elementari misure di sicurezza. Ogni anno migliaia di minatori perdono la vita in incidenti sul lavoro provocati da frane, esplosioni o inondazioni. Sulla stessa autostrada, nei pressi di Pechino, il 26 agosto termino' dopo nove giorni una coda di 100 chilometri, mentre il 28 se ne formo' un'altra di 30 chilometri.

Tibet: avanza la speculazione

Un hotel a cinque stelle verra' costruito all'ingresso del Canyon Yarlung Tsangpo, considerato uno dei piu' lunghi e profondi al mondo e secondo molti il piu' scenografico del Tibet. Lo riferisce la stampa cinese. L'hotel dovrebbe sorgere in montagna, nella remota cittadina di Pai e dovrebbe avere 150 stanze per poter accogliere circa 300 ospiti. Secondo quanto riferito all'Agenzia Nuova Cina da Liu Jianyun, vice Presidente del Turismo tibetano, la sua azienda, con sede a Lhasa ma quotata anche alla borsa di Shanghai, ha ottenuto l'approvazione del governo centrale per la costruzione di una struttura destinata soprattutto ad una clientela di alto livello. Il costo per la realizzazione dell'hotel dovrebbe essere di circa 100 milioni di yuan (11 milioni di euro). L'idea e' nata dal fatto che molti clienti prestigiosi abituati a soggiornare in altre parti della Cina in alberghi a cinque stelle, hanno lamentato il fatto che invece la zona del Tibet orientale e' attualmente sprovvista di sistemazioni alberghiere di buon livello. Le uniche soluzioni per chi vuole soggiornare in questa zona sono infatti, per ora, alcuni ostelli della gioventu' e qualche guest house gestita dalla popolazione locale.
Il nuovo albergo sara' invece gestito da un management straniero. Nonostante l'indubbio fascino della location, tuttavia, la scelta del canyon come luogo per impiantare il nuovo hotel non convince tutti. Yang Yong, un esploratore che fu tra i primi a fare trekking lungo il canyon nel 1998 per 35 giorni, e' molto perplesso. ''La veduta e' spettacolare - ha detto Yang - ma in quella zona i pericoli sono molti, slavine,
serpenti, malattie portate dalle zanzare, inondazioni improvvise. E ognuna di queste cose puo' colpire chi vi si
reca''.

martedì 31 agosto 2010

Oh Eun Sun non è arrivata sulla cima del Kangchenjunga?

La Federazione Alpinistica Coreana non crede alla vetta di Oh Eun Sun sul Kangchenjunga. La settimana scorsa la Federazione ha vagliato le foto e i dati della spedizione insieme a 7 alpinisti veterani coreani. “I sette alpinisti sono d’accordo sul fatto che le immagini mostrate da Miss Oh non corrispondano al paesaggio attuale della montagna. Sono anche d’accordo sul fatto che la relazione fatta da Miss Oh sulla sua ascensione al Kangchenjunga sia poco credibile.” Subito dopo è arrivata la “ratifica” di Miss Hawley, per la quale la salita non è più riconosciuta. A meno che la coreana non mostri nuove prove a suo favore, il titolo di regina degli ottomila andrebbe quindi ad Edurne Pasaban.

Tibet su Raiuno

''Passaggio a Nord Ovest'', il programma di Alberto Angela, in onda domani alle 23.30, su Raiuno trasmetterà un filmato dedicato alle montagne del Tibet orientale, sulle ripide sponde del fiume presso il villaggio di Yanjing dove le donne raccolgono una polvere bianca come neve: il sale.

lunedì 30 agosto 2010

India-Bihar: attacco maoista

Almeno sei poliziotti sono stati uccisi in un attacco dei maoisti avvenuto ieri sera nello stato settentrionale del Bihar. Lo riporta l'agenzia indiana Ians. L'incidente e' avvenuto in una remota zona boschiva del distretto di Lakhisarai. Una pattuglia di una forza di polizia paramilitare che stava pattugliando la zona e' stata assalita da un gruppo di circa 150
maoisti. Lo scontro e' durato diverse ore e ha causato anche sette feriti tra le forze di sicurezza indiane.