martedì 3 agosto 2010

Nepal: continua la crisi politica

A un mese dalla caduta del governo, continua la crisi politica nella giovane repubblica del Nepal. Per la terza
volta in due settimane, il parlamento provvisorio non è riuscito ieri a eleggere un primo ministro a causa delle forti divisioni tra i partiti politici. Il nuovo voto è ora fissato per venerdì. Il candidato favorito, il capo degli ex ribelli maoisti e ex premier Pushpa Kamal Dahal, detto Prachanda, non ha ottenuto la maggioranza dei voti per via dell'astensione in blocco del partito comunista e dell'alleanza dei partiti «madhesi», che rappresentano
le popolazioni della pianura meridionale del Terai. Stesso risultato negativo per il suo unico rivale, Ram Chandra Poudel, del Congresso Nepalese, tradizionale partito dell'establishment politico nepalese.
L'aspirante primo ministro ha bisogno per essere eletto della maggioranza dei 601 seggi dell'assemblea legislativa provvisoria, eletta due anni fa dopo il rovesciamento della monarchia e la detronizzazione di re Gyanendra. Ma nessuno dei «big three», i tre partiti principali (maoisti, comunisti e Congresso), ha i numeri
sufficienti per vincere. A fare da ago della bilancia sono quindi i partiti minori del Terai, che non hanno mai avuto partecipazione politica, ma che ideologicamente sono più vicini agli ex ribelli. Ma finora tutti i tentativi per formare un'intesa di governo sono caduti nel vuoto. A chiedere le dimissioni a fine giugno dell'ex premier Madhav Kumar Nepal, a capo di una coalizione di 22 partiti durata poco più di un anno, era stata l'opposizione maoista, che minacciava una nuova rivolta popolare dopo il fallimento del varo della nuova costituzione entro la scadenza del 28 maggio - ora il termine è stato prorogato di un anno.
Secondo alcuni analisti, lo stallo potrebbe favorire i sostenitori della monarchia, che sono ancora numerosi, e anche l'esercito, rimasto in una situazione di «limbo» sotto il controllo degli osservatori delle Nazioni Unite.
Proprio oggi l'Esercito di Liberazione del Popolo (PLA), la milizia che fa capo al partito maoista, ha annunciato una nuova campagna di reclutamento simile a quella annunciata ieri dall'esercito nepalese e considerata una violazione agli accordi di pace.

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