mercoledì 11 agosto 2010

Ladakh, regione distrutta

In Ladakh  sale, non solo il bilancio della tragedia, ma anche il numero dei turisti coinvolti. Centosessanta i morti finora accertati, 23 dei quali stranieri. Oltre a Riccardo Pitton - giovane torinese in vacanza nella regione del Kashmir - vi sarebbero infatti tre francesi, una vittima spagnola, 16 nepalesi e due tibetani.
Pitton, che ufficialmente risulta ancora 'disperso' (non essendo stato ritrovato il corpo), e' nella lista delle persone decedute diffusa da fonti indiane. E anche la Farnesina conferma il suo nome tra i dispersi per i quali ci ''sono consistenti informazioni'' che sia tra le vittime. Domani, comunque, proseguiranno - anche con l'ausilio di elicotteri - le ricerche per ritrovare il corpo. Per ora di certo c'e' la testimonianza degli amici che stavano facendo trekking con lui: ''era dietro di noi, l'abbiamo visto portare via dal fango''. E poi ''piu'
nulla''. Pitton, studente di medicina piemontese e' stato travolto giovedi' scorso da un fiume in piena nei pressi di Skiu, una localita' di una sperduta vallata a sud di Leh. Sono stati i due amici, miracolosamente sopravissuti alla tragedia, a dare l'allarme e a raccontare la loro rocambolesca fuga dalla vallata. Oltre a lui si teme siano scomparsi nella stessa zona anche altri tre stranieri tra cui un francese e un romeno. E mentre aumentano i timori per altre 400 persone di cui si sono perse le tracce - considerata anche la difficile situazione dei collegamenti stradali e telefonici - fonti dell'Ambasciata italiana a Delhi spiegano che ''alcuni connazionali'' non sono ancora raggiungibili. Potrebbero aver gia' lasciato la regione o non esserci mai andati, spiegano invitando chiunque a dare notizie su possibili segnalazioni.  Difficile anche la situazione di alcuni gruppi di turisti, tra cui alcuni italiani, rimasti bloccati dal fango in zone e localita' remote dell'area colpita: nella vasta regione himalayana si trovano ancora intrappolati otto italiani, quattro uomini e quattro donne, secondo una lista ufficiale fornita oggi dal governo indiano. Sette di loro si trovano a Pang, sulla strada che sale da Manali a Leh, insieme a un gruppo di 69 escursionisti di diversa nazionalita'. Per loro - spiegano fonti diplomatiche - si sta cercando di effettuare il trasferimento.  Un'altra italiana e' invece a Biamah Batalik, nella parte occidentale della regione insieme a una comitiva di sette turisti. Non e' chiaro, per le difficolta' logistiche, quando potranno essere portati in salvo dagli elicotteri militari. Un altra comitiva di 7 persone e' stata invece portata oggi da Pang in una localita' piu' a valle, in attesa di essere trasferita a Delhi. Secondo la Farnesina, sono invece stati rintracciati gli altri italiani, si pensa siano circa 200, che si trovano a Leh o in posti al sicuro in attesa di tornare a New Delhi per poi essere rimpatriati. E alcuni di loro sono gia' riusciti a lasciare la regione come nel caso di Patrizia Caiffa, giornalista italiana, che ha raccontato l' 'odissea' vissuta negli ultimi giorni sottolineando la gravissime condizioni in cui versa la popolazione locale.  I connazionali sono assistiti da un diplomatico dell'ambasciata italiana di New Delhi, Gianluca Brusco, giunto a Leh per coordinare la raccolta delle informazioni su eventuali ^dispersi e coordinare il piano di evacuazione che potrebbe  richiedere alcuni giorni a causa dell'affollamento dei voli  aerei verso la capitale indiana. Secondo fonti diplomatiche comunque l'incaricato avrebbe ottenuto canali preferenziali di evacuazione nel caso di eventuali situazioni di emergenza.  Intanto e' ancora emergenza in Ladakh dove si continua a scavare alla ricerca dei corpi dei dispersi. Secondo una fonte  governativa locale, il 40% delle infrastrutture, compresi canali di irrigazione, strade e ponti, e' stato completamente  distrutto, mentre solo il 20% non e' stato danneggiato dalle  alluvioni assolutamente eccezionali per la regione desertica  conosciuta come il ''piccolo Tibet''.

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