sabato 3 aprile 2010

La cultura è la misura della felicità

Il benemerito sito The Literary Saloon, fatto dall'ancora più benemerito M. A. Orthofer, spulcia e riassume giorno dopo giorno, da molti anni ormai, le notizie editoriali da tutto il mondo. E non è un modo di dire. Prendete il Bhutan, per esempio. Se non fosse per l'encomiabile Orthofer, ignoreremmo l'esistenza del festival Mountain Echoes, in programma a Thimphu, capitale appunto del Bhutan, dal 17 al 20 maggio prossimi venturi.
Ora che ne conosciamo il programma, però, smaniamo per andarci. Deve essere meraviglioso, un festival sospeso fra le cime himalayane e aperto da un discorso del primo ministro, sua eccellenza Luonpo Jigmi Yoser Thinley, sulla GNH: la Gross National Happiness, la felicità interna lorda, Fil invece del Pil, ossìa il parametro che lo staterello montano ha adottato per misurare il benessere economico. Che cosa c'entra la letteratura? Già negli Anni Settanta, l'allora re del Bhutan diceva: la cultura è il nostro unico elemento di potenza, sovranità, identità.
Ecco. Quaggiù da noi la parola «identità» sembra ormai sinonimo di incultura, o di sottocultura, si fa appello a tradizioni farlocche, a risentimenti localistici, all'ignoranza fiera di essere tale. Invece lassù, fra Cina e India, nell'aria sottile delle cime, la cultura diventa addirittura la misura della felicità. «In un'atmosfera di serenità e misticismo, le storie verranno narrate, i poemi recitati, i canti cantati». Semplicemente. Parteciperanno autori e artisti dal Bhutan e dall'India. Cultura è anche dialogo con gli stranieri, spiega il sito del festival. Già. Nel frattempo, sempre tramite l'encomiabile Orthofer, giunge notizia della nona Fiera del Libro eritrea. Si è appena conclusa. Il numero delle novità pubblicate ed esposte è aumentato: da 24 a 28. Non 24 mila o 28 mila: 24 e 28. Qui, dove nulla è di troppo, i numeri non sono ancora da supermercato. Poco di tutto, ma idee chiare. Il tema della Fiera di Asmara era: «Reading: Investment in Soft Power». La lettura come investimento per il futuro. Già.

Ogni tanto guardare lontano, verso Paesi remoti, immensamente meno prosperi e più periferici del nostro, e guardare a quel settore in apparenza marginale che è la cultura, serve. A capire quanto abbiamo perso di vista le parole fondamentali: felicità, futuro.

Giovanna Zucconi
(fonte: Tuttolibri, in edicola sabato 3 aprile)



Il sito del Festival Mountain Echoes - A Literary Festival
http://www.siyahi.in/mountain-echoes-a-literary-festival2010.html

Nessun commento:

Posta un commento