martedì 27 aprile 2010

Atteso il vertice in Buthan

India e Pakistan, sotto lo sguardo benevolo e consenziente degli Stati Uniti, potrebbero rompere definitivamente il ghiaccio delle loro difficili relazioni bilaterali, se domani a Thimphu, in Bhutan, i rispettivi premier Manmohan Singh e Yusuf Raza Gilani accetteranno di stringersi la mano e sedersi ad un tavolo per esaminare il contenzioso esistente. Secondo gli analisti, lo scenario del 16/o Vertice dei capi di Stato e di governo dell'Associazione dell'Asia meridionale per la cooperazione regionale (Saarc), che si svolge per due
giorni nel minuscolo stato himalayano, sembra essere adatto al rilancio del dialogo fra due paesi chiave, fra l'altro, per la stabilizzazione della crisi nel vicino Afghanistan. Storicamente difficili anche per controversie territoriali, i rapporti fra New Delhi e Islamabad sono precipitati dopo lo spettacolare attentato di novembre 2008 a Mumbai, in cui un commando di dieci uomini, apparentemente gestito da un movimento  fondamentalista pakistano, ha tenuto in scacco per quasi tre giorni le forze di sicurezza indiane, causando oltre 170 morti. Il vertice Saarc ha all'ordine del giorno i temi dell'ambiente, ma nella storia dell'organizzazione la rivalità fra i due paesi principali ha sempre tenuto banco, e così sarà anche questa volta.
Oltre ai suoi otto membri (Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, India, Maldive, Nepal, Pakistan e Sri Lanka), il blocco contempla paesi ed organizzazioni osservatori, fra cui Unione europea (Ue), Corea del Sud ed Usa.
E per seguire i lavori da Washington è arrivato l'assistente segretario di Stato per l'Asia centrale e meridionale, Robert Blake, che ha fatto tappa in Nepal prima di sbarcare a Thimphu. Blake, è opinione comune, farà in modo che l'incontro fra Singh e Gilani ci sia e sia fruttifero, in modo che le diplomazie dei due paesi possano consacrare risorse militari e diplomatiche maggiori per sostenere la strategia di transizione
definita dalla comunità internazionale per l'Afghanistan.

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