giovedì 25 marzo 2010

Ribelli maoisti indiani: alcune riflessioni

Negli scorsi giorni i ribelli maoisti hanno intensificato la loro offensiva in risposta agli attacchi del Governo indiano. Il conflitto in corso potrebbe danneggiare un programma di investimenti nella zona mineraria nel nord est del paese. Ma vediamo quali potrebbero essere i rischi e le conseguenze di questa insurrezione. Il movimento ribelle è presente in 13 dei 28 Stati dell’India ed è considerato la più grave minaccia alla sicurezza interna del Paese. Il movimento nassalita, dal nome della città di Naxalbari (West Bengala) dove ha preso le mosse nel 1967, unisce l’ideologia maoista alle rivendicazioni delle popolazioni tribali degli Stati in cui è presente. In diverse zone di Jharkhand, Chhattisgarh, Andhra Pradesh, Orissa, Bihar, West Bengala e Maharashtra impone tasse che alcuni stimano fruttino sino a 15 miliardi di rupie, pari a oltre 200 milioni di euro, e ha dato vita anche ad un amministrazione parallela a quella del governo locale.
La repressione del Governo aveva inizialmente bloccato sul nascere le sommosse ma a partire dagli anni ’80 il movimento si è riorganizzando. Attualmente si stimano 22.000 combattenti armati con munizioni automatiche, razzi a spalla e esplosivi. I funzionari indiani dicono che il movimento si sta organizzando anche nelle città accogliendo consensi tra gli studenti e alcuni intellettuali.
L’impatto sull’economia della guerriglia può per ora non essere molto rilevante ma il segnale più importante è che il Governo indiano non riesce a controllare il proprio territorio e naturalmente questo spaventa alcuni investitori coinvolti nelle aree in cui i maoisti sono presenti. I ribelli attaccano regolarmente le linee ferroviarie e le fabbriche proprio con l’intento di bloccare l’attività economica. Le aziende più colpite sono quelle dell’ estrazione mineraria e della produzione di acciaio. L’effetto dell’insurrezione maoista ha colpito la produzione e la consegna di acciaio di cui l’India è un grande produttore. I maoisti inoltre sostengono  i coltivatori che sono in aperta lotta con il Governo che vorrebbe acquistare nuovi terreni per incrementare l’industria. Fin ora il Governo ha utilizzato la polizia federale per fermare l’insurrezione rifiutandosi, per ora, di utilizzare l’esercito. Il Governo si dice ottimista nel reprimere i ribelli entro cinque anni.

Christian Gilardi

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